Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Dopo l'Oscar per Nuovo cinema Paradiso, Giuseppe Tornatore dirige un dramma familiare, retto sulle spalle possenti e larghe di Marcello Mastroianni, intenso e profondo come nemmeno De Niro, nel remake americano diretto da Kirk Jones, era riuscito ad essere. Un uomo ultra settantenne che decide di partire dalla sua Sicilia, che è poi anche quella del regista che mai dimentica di ricordare le sue amate radici, per andare a trovare i suoi cinque figli sparsi in tutta Italia. Scoprirà vite molto diverse da quelle che ricordava o che sempre gli sono state raccontate, finchè non vengono fuori quelle verità svelate dai bambini che sono stati e che lui ancora adora ricordare. Figli che inseguono insesorabili l'approvazione di un padre che ha sacrificato una vita per assicurargli il futuro migliore che non è stato poi troppo benevolo. Tra matrimoni in crisi e posizioni lavorative enfatizzate, il terzo film di Tornatore è meticoloso e commovente, il ritratto di un padre dalla rigida educazione, e dal suo duro confronto con i sogni infranti di quei figli insoddisfatti, scoperchia il valore della famiglia che va comunque oltre ogni cosa e torna possente nel momento del bisogno e anche colui che poteva darlo per scontato, sa che poi così scontato non è. Ottima la fotografia che, attraverso le città più belle d'Italia racconta la storia di una famiglia distante e dilaniata dai silenzi. Bellissime le inquadrature, ancor più le musiche che accompagnano il viaggio del vecchio Matteo, un Marcello che regala una tra le sue più straordinarie interpretazioni.
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