Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Scritto durante la lavorazione di Nuovo Cinema Paradiso, quindi nessuna velleità, dato che l'Oscar ancora non era neanche nelle intenzioni. Un'idea che appare leggermente didascalica e che la critica italiana ha istantaneamente bollato, dopo lo scotto provato per la sottovalutazione di Nuovo Cinema Paradiso, montaggio a parte, per prendersi una rivincita. Qui siamo in una storia che avvicina una storia familiare a quella italiana e diciamo che nelle sceneggiatura non mancano momenti di poeticità, ma purtroppo a fasi alterne e così anche il grande cinema, di cui Tornatore ha tutti gli attrezzi e la volontà per affrontarlo, si affaccia episodicamente. Il tema dei figli che hanno deviato sia dalle ambizioni paterne e che dagli ideali loro, è abbastanza scontato, anche se a presentarcelo è un Mastroianni poetico, anche se un po' troppo camuffato. Le tenerezze non mancano, come non mancano certe scene cruciali e simboliche di scuola felliniana, ma perfettamente personalizzate, ed il viaggio a Rimini non programmatico è palesemente chiaro.
Una storia emblematica
Magica colonna musicale ed anche una piccola partecipazione dello stesso Morricone
Un Tornatore un po' vittima di sé stesso, ma la tenerezza convince
Un personaggio che ha affrontato con al dovuta sincerità e convizione
Si rivede volentieri un mito che malgrado gli anni e senza trucco ed inganni si presenta sempre magicamente.
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