Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
Stalker è essenzialmente un viaggio nell'interiorità dell'uomo, nei suoi meandri più riposti, e nella coscienza. Lo strano viaggio dei tre personaggi in quello strano luogo è secondo me una metafora di un viaggio nella parte più intima del cuore dell'uomo, quella che spesso neppure egli conosce. Infatti nel film si dice più volte che "la stanza dei desideri" ha lasciato allibito più di qualcuno, perché ha fatto realizzare desideri così inconsci o non ammessi che neppure la persona stessa sapeva di avere. E' una specie di stanza della verità, che smaschera i veri desideri del cuore umano, della sua parte più riposta. Per questo può essere pericolosa. Tali aspirazioni nascoste sono divise, se ho ben capito, tra non consapevolezza (abbastanza innocente) e ipocrisia. A volte, cioè, le persone non vogliono riconoscere di ospitare desideri meschini o cattivi.
La pellicola stupisce per come il regista sia riuscito girare un film di fantascienza, o fantastico, con zero effetti speciali, e scenografie assolutamente "banali", però sfruttate con grande intelligenza. Nonostante la lentezza, i dialoghi impegnativi, la staticità di certi passi, nella pellicola c'è una palpabile tensione, e coinvolge decisamente. Questa mi sembra un risultato molto difficile da raggiungere. La musica, da parte sua, riesce a creare la giusta atmosfera, e aggiunge al tutto un senso di mistero e impenetrabilità.
La Zona è costituita essenzialmente da rovine (pur immerse in una natura rigogliosa), nelle quali vi è molta acqua, che scorre pulita o ristagna putrescente. La decadenza dell'insieme potrebbe simboleggiare la condizione dell'interiorità di molti di noi, dove vi sono le ferite, gli errori e le sofferenze dell'esistenza. In tutto ciò pur scorre acqua anche pulita, che potrebbe rappresentare la vita. Il fatto che la zona sia un labirinto, che muta improvvisamente e imprevedibilmente, è secondo me una metafora neanche tanto nuova, poiché il cuore umano è stato paragonato altre volte ad un dedalo mutevole di vie difficilmente conoscibili.
Lo Stalker forse rappresenta l'artista o il poeta, la cui missione, secondo Tarkovskij, è portare le persone a conoscere quello che hanno dentro, e forse a migliorarsi. Lo stesso Stalker, però, è molto amareggiato perché coloro che guida non seguono le sue indicazioni, e non riescono pertanto a raggiungere la meta, o se la raggiungono ricusano di entrare nella stanza. Lo scrittore potrebbe adombrare l'intellettuale tipo dell'URSS, in crisi di ispirazione anche perché la letteratura è ridotta ad un vuoto blaterare. Gli uomini armati che "proteggono" la Zona, potrebbero essere il potere politico sovietico, che calpesta i valori spirituali e impedisce agli uomini di coltivarli. Ecco, ho dato la mia interpretazione.
Stalker è un viaggio affascinante, che costa un po' di pazienza e attenzione, ma sicuramente appagante. Si astenga, tuttavia, chi cerca un film di fantascienza in senso tradizionale o una pellicola spedita, molto materiale, dove tutto si spiega. Una curiosità: la troupe della TV che realizza l'intervista che costituisce la didascalia iniziale, è detta essere della Rai.
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