Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
L'intersezione impossibile tra fede arte e scienza.Stalker probabilmente è l'apice della ricerca visiva e concettuale nel cinema del grande maestro russo,qualcosa di più di un semplice film.Un esperienza quasi mistica in cui è facile perdersi,in cui è facile rimanere attoniti,in cui è facile rimanere intrappolati nei meandri di scenografie inquietanti che trasudano marciume e umidità mefitica,quasi una metafora della difficoltà del cammino dell'uomo verso la conoscenza defintiva,alla radice della fede e della scienza.Un film che propone metafore quasi in ogni segmento,metafore non sempre di facilissima e immediata lettura.E'il classico film su cui riflettere a posteriori e se possibile guardarlo di nuovo.Ogni volta si noterà qualcosa di nuovo,ogni volta ci si accorgerà che la cosiderazione cresce verso un opera che a prima vista potrebbe sembrare un esercizio mirabile di sterile manierismo formalee invece è qualcosa di molto più profondo.Dal punto di vista visivo è ipnotico e avvince pur nella sua incessante lentezza,pur dilungandosi in discussioni non fatte per le orecchie distratte.Un film che per complessità di architettura visiva e concettuale ricorda il capolavoro Solaris ponendosi un gradino più in alto per quanto riguarda la complessità filosofica.Io personalmente preferisco Solaris ma Stalker è un altro film fondamentale per la lettura critica del cinema di Tarkovskij.Un film che cerca di andare alla radice degli impulsi primigeni dell'uomo,la ricerca di qualcosa che vada oltre l'insoddisfacente immanente,il domandarsi che cosa c'è al di là della porta(in tutti i sensi).Ed è evidente che il cineasta russo nella sua ricerca laica riesca a ritrarre l'uomo in tutte le sue debolezze,in tutta la sua inadeguatezza. Cromaticamente il film è diviso tra il bianco e nero virato al seppia del mondo cosiddetto normale e i colori all'inizio sgargianti della vegetazione della Zona.Ma poi nel proseguimento del viaggio verso la Stanza dei desideri gli elementi primari che danno la vita (acqua e terra) diventano sempre più asfissianti,si cammia quasi in un pianeta affatto rassicurante,dall'aria maligna e inospitale,la Zona dal verde lussureggiante della sua vegetazione perde ogni barlume di luminosità rivelando tutta la sua essenza cupa e angosciante.Bellissimo il finale,una volta usciti fuori dalla Zona,il potere della mente della figlia dello stalker è come un ritorno alle origini,la fine di un viaggio ciclico,il ritorno al punto di partenza.Proprio come accadeva nello splendido Solaris:un ritorno al punto in cui si era partiti per il lungo viaggio.....
uno dei suoi capolavori,forse quello formalmente più compiuto
bravo
molto bravo
ok
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