Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
Stalker è un film impegnativo ma appagante, pieno di mistero e di fascino per quanto riguarda non solo il livello filosofico ma anche quello visivo, scenografico, ambientale e per l'uso della luce e del colore, quasi sempre su toni grigiastri e marroni, molto opprimenti o, meglio, meditativi. È questa fantascienza in senso molto astratto, è puramente inconscia, è metaforica ed è ricondotta direttamente all'anima, deriva direttamente dalla "presenza" divina, insita nella simbologia del labirinto, dell'acqua, il tutto come un viaggio di formazione che resta sempre enigmatico e forse irrisolvibile. La lentezza dei piani sequenza è ovviamente necessaria alla materia stessa del film e tuttavia non sono veramente estenuanti come spesso si dice, grazie anche alla suggestione e alla forza visiva. Insomma, Stalker va visto in tutta tranquillità e senza fretta, bisogna immergervisi letteralmente.
Suggestiva musica di Eduard Artemev; in colonna sonora anche inserti brevissimi e quasi impercettibili del Bolero di Ravel e della nona Sinfonia di Beethoven.
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