Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
Pellicola che necessita almeno un paio di visioni per essere apprezzata completamente che fa forza su un’ottima sceneggiatura (dei fratelli Strugackij) (voto: 8.5) filosofeggiante e particolarmente ricca di monologhi su temi come il “significato della vita” e il profondo animo umano spesso sconosciuto anche dagli stessi diretti interessati. Il film è un opera che superficialmente la si potrebbe definire fantascientifica con venature orrorifiche (l’ambientazione è decisamente claustrofobica) con un contesto che potrebbe ricordare vagamente “The Cube” (la Zona come il Cubo si modifica con il passare dei minuti e un punto che prima era sicura diviene ricco di insidie), ma che se vista con un’ottica più profonda si rivela un’analisi pessimista e tutto sommato realistica della natura umana capace solo di trarre il peggio da qualsiasi cosa.
Splendide come poche le fatiscenti e marce scenografie (voto: 9) che trasudano umidità e decadenza da ogni sequenza, eccellente la fotografia nelle parti di pellicola girate a nero seppia (specie quelle iniziali ambientate negli esterni).
Discrete le interpretazioni e l’accennata colonna sonora. La regia di Tarkovskij è in alcuni tratti davvero buona e superiore ai tradizionali film sovietici, ma finisce spesso col offrire riprese contemplative dei personaggi che determinano un ingiustificato appesantimento del ritmo. In ogni caso il film non è eccessivamente pesante e il merito di ciò va soprattutto al fatto che visivamente è davvero notevole. Sicuramente da vedere. Voto: 8+
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta