Regia di Gabriele Sabatino Nardis vedi scheda film
Un'armonica sotto le macerie (o nel cassetto) e una straziante nostalgia.
E' un cortometraggio che cerca di scavare nei sentimenti di un vecchio sfollato a causa del terremoto che vive in un prefabbricato, e la sua nostalgia per la casa e il paese diroccati e transennati. Questa nostalgia e la sua sofferenza per le sue cose rimaste sotto le macerie sono condensate e simboleggiate da un'armonica, che apparentemente è il suo unico rimpianto e interesse. In realtà lo strumento è il simbolo e la pars pro toto di una mondo che era vivo, ma ora è sepolto sotto i calcinacci e le travi.
Il regista gira un'opera sensibile e introspettiva, parlata pochissimo, che cerca di esprimere l'inesprimibile, e di esprimerlo con il non detto. In questo può dirsi riuscita. Tuttavia ne esce uno di quei film di cui dopo bisogna discutere tra spettatori su cosa sia successo di fatto. L'armonica, cioè, dov'è veramente? Nel prefabbricato e lui si era dimenticato di averla portata con sé dopo il sisma, o a casa della nipotina, che ci gioca incurante e ignara del valore che essa ha per il nonno? Il montaggio questo non lo chiarisce, almeno alla prima visione.
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