Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Uno dei film meno noti di Wilder alla fine si rivela un altro dei suoi gioielli, con un ritmo e una tensione adagiati in una situazione dove il tipico taglio wilderiano rende opportuno l'inopportuno. L'approccio ironico in opposizione al plot centrato sulla figura della spia dona all'opera un equilibrio superbo. Un mix di generi adattato guarda caso da Broadway, per la solita grande analisi delle relazioni umane, obbligate dallo scenario claustrofobico e drammatico della seconda guerra mondiale. Quindi è possibile scherzare anche su argomenti tabù e tragici come i campi di concentramento ricordando l'insegnamento del maestro Lubitsch o quello di Chaplin, non c'è limite all'ironia specialmente se è intelligente e calibrata. Il sorriso nasconde il dramma che appunto colpisce le nostre coscienze senza preavvisi. 1953: gli orrori del conflitto mondiale erano ancora vivi, ma la follia umana incapace di evitare opposizioni, fece entrare l'umanità nella spirale della Guerra Fredda con gli USA interventisti nello scacchiere del sud-est asiatico, la Corea per cominciare... Dunque questo Stalag 17 è un film di classe e coraggio, sia nella produzione che nella scrittura della sceneggiatura, messa a disposizione di un gran cast con un Holden pluripremiato e chiaramente indimenticabile.
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