Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Wilder come sempre vince la scommessa. Riesce a girare un film faceto su argomenti molto seri, e anche tragici, senza essere irriverente o cinico. Riesce pure ad ambientare tutta la pellicola all'interno del campo di prigionia, con relativamente poca azione, senza essere noioso. Ciò dimostra un'estrema abilità nel dirigere gli attori e nel posizionare la macchina da presa. William Holden ha la sua solita presenza scenica, e dà un'ottima interpretazione di un personaggio flemmatico e apparentemente apatico, che però possiede tesori non indifferenti di umanità. Bravo anche il grande regista tedesco Otto Preminger, che interpreta il “direttore” del campo. Un altro punto a favore del film è il riuscire a rappresentare la malvagità dei nazisti e gli orrori della guerra con toni dimessi, non didascalici, senza retorica, e senza calcare la mano. Non per questo tale rappresentazione è meno efficace. Come spesso accade, il viscido delatore è un tipo che si presenta bene e sembra a posto. Confessino, per favore, i creatori del film “La grande fuga”, di aver preso più di qualche idea da quest'opera di Billy Wilder (la grappa distillata dalle patate, il tunnel, la stufa che copre la botola, i passatempi dei detenuti....).
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