Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Ho visto Stalag 77 per colmare una lacuna e debbo dire che, rispetto alle recensioni, che ho letto ritengo il film anacronistico e tutto sommato concettualmente difficile da accettare.
Il campo di prigionia nazista di militari americani sembra un allegro campeggio, con i “crucchi” sciocchi e ingenuotti, le donne russe in una baracca non lontana tanto che i prigionieri le sbirciano con il cannocchiale, partite di pallavolo improvvisate con il filo di un’antenna di una radio di allestita con mezzi di fortuna cui partecipa anche un soldato di nazista che passa il fucile ad un prigioniero per giocare meglio.Si festeggia il Natale e si canta e balla. Insomma, nonostante l’incipit del film sia la morte di due prigionieri che tentano di evadere, il film ha un tono quasi farsesco quasi che questa tragedia iniziale sia un imprevisto di sceneggiatura.
Il film è comunque di interesse per plurimi motivi. Anzitutto il regista è il celebre Billy Wilder.
Il protagonista è uno scettico e disincantato William Holden, in uno strano personaggio a metà tra il bene ed il male.
Il cattivo (non dico altro per cercare di limitare lo spoiler) è un quasi irriconoscibile Peter Graves, si quello della serie classica di Mission Impossible.
Vi è poi una scena che, forse è solo un sogno, è stata di ispirazione per Stanley Kubrick nel meraviglioso film Full Metal Jacket. Indovinate voi quale? Quella in cui in Palla di Lardo, il fantastico Vincent D’Onofrio, è picchiato da tutti i suoi colleghi di camerata, così cambiando carattere ed atteggiamento così come in effetti accade a William Holden.
Forse è solo un’allucinazione o forse c’è già una copiosa ricerca cinefila al riguardo, non lo so, però mi beo dell’idea di averlo scoperto.
E' un film quasi archeologico, troppo compassato nei tempi e che oggi suona stonato, ma che per me è da vedere.
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