Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Fieramente, e pienamente, molto anni ottanta, cinematograficamente parlando, “St. Elmo’s fire” è un film che riesce a descrivere agevolmente una compagnia di amicizie che si ritrovano a dover fare i conti con una vita “in progress” e che si avvale di giovani interpreti pronti per diventare assai più popolari (chi a lungo, chi per poco).
Un gruppo di ragazzi/e s’approccia all’età adulta, sono in sette, tra loro molto uniti, vivono i primi veri amori, come Kirbo (Emilio Estevez) pronto a tutto per conquistare la più matura Dale (Andie MacDowell), hanno speranze per il futuro spesso disilluse, come Wendy (Mare Winningham) che vorrebbe solo stare col ribelle Billy (Rob Lowe), vivono relazioni (solo) sulla carta già ben avviate, come Alec (Judd Nelson) e Leslie (Ally Sheedy) ed hanno gravi problemi, come Jules (Demi Moore) che di facciata pare la più sicura più di tutti, ma che nasconde le peggiori debolezze.
Sperano di rimanere uniti, lo vogliono sinceramente, ma la vita comporta decisioni, spesso dolorose.
Un Joel Schumacher molto distante dalla valanga di ciofeche che ci ha “regalato” negli ultimi anni, che comunque rimane spesso sulla superficie delle cose, rimanendo comunque “fedele” all’ottica degli anni ottanta (di suo superficiale), canale nel quale il film in questione si inserisce in pieno.
Può ricordare “Il grande freddo” di Lawrence Kasdan, ma ovviamente con minor corposità, ne rispecchia però la coralità ed in tal senso l’equilibrio tra i vari personaggi è garantito, così come lo sono i diversi punti di vista.
Tra problemi, speranze ed amori tumultuosi è comunque netto il ritratto di una generazione meno felice di quello che ogni spot del periodo avrebbe fatto (potuto far) credere ed in più ha (avuto) il merito di aver proposto tanti giovani attori in erba.
Demi Moore raramente ha avuto/scelto personaggi così turbati, Rob Lowe è assai dannato (quando si dice che un ruolo anticipa la vita reale), Andie MacDowell con un sorriso potrebbe sciogliere un iceberg, Emilio Estevez vanta una gran determinazione ed anche gli altri si danno un gran da fare.
Un film quindi d’attori e di personaggi, forse un po’ semplice nel tratto, ma comunque il timone della direzione sta sempre bello dritto ed il compendio delle emozioni è ampiamente assicurato.
Oggi può destare le sensazioni più distanti tra loro, può acchiappare o respingere (o fa rimanere nel limbo come successo al sottoscritto); i ruggenti anni ottanta sono davvero lontani in tutto e per tutto, ma per chi li ha vissuti rimane un bagno in un’atmosfera davvero particolare tutto sommato richiamata con destrezza.
Emozionante (anche se un po’ teleguidato).
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