Regia di John Erick Dowdle vedi scheda film
Edward Carver è un brutale assassino, dedito alla violenza fisica, sessuale e psicologica sulle sue vittime, che opera a Poughkeepsie, New York. Quando la polizia irrompe in casa sua, senza trovarlo, scopre oltre 800 videocassette che presentano una registrazione dei suoi omicidi, girati per intero dal rapimento alla mutilazione post-mortem della vittima. Carver fa sempre attenzione a non mostrarsi nel film a meno che non sia completamente camuffato, portando la polizia e le forze dell'ordine a iniziare un'indagine sulla sua posizione e su quella delle sue vittime.
A differenza di molte produzioni di filmati trovati, "The Poughkeepsie Tapes" tenta almeno di vendere la sua fantasia con un certo senso di realismo. Invece di concentrarsi esclusivamente sulle videocassette, il lungometraggio è messo insieme come un notiziario via cavo, con interviste che costituiscono la maggior parte del film. Discutendo il caso di The Waterstreet Butcher con i profiler dell'FBI, i coroner e i parenti delle vittime, "The Poughkeepsie Tapes" crea il ritratto di un pazzo a cui piaceva la metodologia di rapimento e omicidio, aggirando il rilevamento mentre prendeva in giro le forze dell'ordine con indizi fittizi.
Il documentario mette in evidenza la sua ira, dove l'uomo misterioso si lascia andare al gusto per il macabro, adoperando costumi per godere delle sofferenze inflitte alle sue vittime.
Purtroppo, però la pellicola inizia a perdere tensione più a lungo ricicla gli stessi ritmi di angoscia, selezionando un modo economico per disturbare il suo pubblico e tralasciando ogni tipo di ottica satirica o condanna mediatica
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