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Lo squalo

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Lo squalo

di Stefano L
10 stelle

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Basato sul romanzo bestseller di Peter Benchley, “Jaws” è ambientato nell’immaginaria isola di Amity: un apparente paradiso terrestre dove i turisti vengono terrorizzati da un enorme pescecane, il quale sbrana in più occasioni i poveri balneari. Il nostro eroe è Martin Brody (un grande Roy Scheider, in un cast considerevole), un poliziotto di New York che ha accettato l'incarico di capo della Amity PD per portare la sua famiglia fuori dalla città. Incapperà nel bel mezzo di una calamità senza il supporto da parte degli abitanti locali, interessati al business del posto. Fortunatamente si uniranno a lui l’oceanografo Matt Hooper (l’altrettanto eccellente Richard Dreyfuss) e il cacciatore Quint (l’ultimo ruolo di rilievo di Robert Shaw, il quale interpreta un predatore in perfetto bilico tra cinismo e superbia)… Girato a Martha's Vineyard con forti difficoltà relative ai mezzi poco affidabili e a un certo scetticismo da parte degli isolani, “Jaws” fu realizzato rispettando dei parametri precisi che non ne ostruissero il meticoloso lavoro: una lunga distanza dal litorale, la quale permettesse di controllare agevolmente le bestie meccaniche ottenendo altresì un tangibile effetto di profondità marina, e una prospettiva che, nelle ricerche conclusive dei tre avventurieri, evitasse di inquadrare la spiaggia, affinché si desse l’impressione che la barca di Quint si trovasse in trappola col mostro acquatico. La perizia registica di Spielberg è stupefacente: sebbene il tentativo di utilizzare i pianisequenza non fu possibile in tutte le scene, il direttore artistico americano usa una visuale in soggettiva angusta ed agghiacciante, capace di far percepire in modo straordinariamente palpabile il senso del pericolo. Il brivido è poi amplificato da suggestive carrellate annesse ad eloquenti zoom alle spalle degli attori (retaggio hitchcockiano), da una scansione magistrale dei climax durante gli attacchi dell’ingorda creatura e da un’attenzione ragguardevole nel non rendere irritante il registro melodrammatico, apportando dei tagli ove si sarebbe potuti scadere nella banalità carica di un’enfasi sconveniente. Gli animatronic, invece, terrorizzanti per forma e dimensioni, non sempre funzionarono correttamente, e Spielberg dovette arrangiarsi con espedienti alternativi intelligenti e altrettanto inquietanti che suggerivano la presenza dello squalo, come gli arpioni in movimento e i fusti gialli galleggianti. Particolare zelo venne riservato pure alla caratterizzazione dei personaggi: istrionica e pungente, benché lontana da stereotipi e retorica. Il tratto distintivo di Spielberg si ravvisa specialmente sul Martin di Scheider, il quale incarna la ricorrente figura del padre “parzialmente assente”, e nonostante questo affettuoso e protettivo verso la prole. Per dipanare l’atmosfera ideale si rivelarono essenziali ed efficienti anche le scelte relative a Dreyfuss e Robert Shaw. Lo scontro di due personalità tronfie e pretenziose così in antitesi giovò parecchio nel garantire una chimica affilata. Incisivi e memorabili i discorsi e i monologhi scritti ed esposti da Shaw, spesso recitati in uno stato di ebbrezza, e quindi ancora più realistici. Oltre al celebre racconto sulla tragica consegna della bomba durante la guerra, sono degni di nota alcuni tocchi di classe quali la filastrocca dedicata a una donna misteriosa, o le sortite a bordo nei momenti in cui inveisce contro il modus operandi più scientifico e prudente di Hooper… A dare un pathos incredibile ai frangenti più truculenti e carichi di suspense ovviamente interviene la stupenda colonna sonora di John Williams, insuperabile nel riuscire a suscitare la tensione dello spettatore con l'aiuto delle sole due note Mi e Fa, suonate nei pezzi salienti. Grazie a questi elementi gestiti con professionalità e un ingegno stilistico fuori dal comune “Jaws” si conferma un blockbuster capolavoro da rivedere ogni estate.

 

 

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