Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
A meta'degli anni Settanta spazzo'via ogni precedente record d'incasso,supero'in qualita'il non eccelso libro di Peter Benchley da cui è tratto,e impose il nome di Steven Spielberg."Jaws" fu un vero e proprio fenomeno,che lancio'il merchandising di magliette e ammennicoli vari,rielaboro'il concetto di "film di mostri",e ,quasi trent'anni dopo,rimane uno spettacolo entusiasmante.Diviso in due parti,di cui la prima è una introduzione della storia,un quadro della ridente Amity,con dosati colpi di scena e incursioni nell'orrore ,e la seconda è la cronaca densa di citazioni letterarie della caccia al Mostro,"Lo squalo" ,in una escalation della paura(le vittime del pescecane fanno una fine progressivamente peggiore,o meglio,ci viene mostrato sempre piu') contiene pagine splendide di cinema d'avventura.Per arrivare al tiratissimo finale(anche se un po'improbabile,visto che la bombola di ossigeno va ad incastrarsi proprio in mezzo ai denti della belva,ma pazienza),Spielberg procede in un crescendo di tensione da grande conoscitore del mezzo-cinema,costruendo su tre caratteri estremamente diversi come Brody,Quint e Cooper(l'uomo qualunque,il veterano e lo studioso) tre modi di affrontare il Male ,rappresentato benissimo da un Leviatano che si mostra con parsimonia,per presentarsi interamente solo verso la fine della vicenda.E le scene drammaturgicamente piu'belle,paradossalmente, in un film di grande spettacolarita' come questo,si svolgono attorno a un tavolo:quelle in cui il bimbo di Brody imita il padre assorto,e quella tra i tre uomini in attesa dell'attacco dello squalo,tra ricordi e canzoni un po'ubriache.
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