Regia di Joseph Sargent vedi scheda film
Dopo King Kong 2, Lo Squalo 4 è stato il secondo film che ho visto al cinema, motivo per il quale, pur reputandolo un mediocre prodotto, ricordo con una certa simpatia il film. Al di là degli aneddoti personali, questo quarto e ultimo capitolo della serie Jaws si rivela di gran lunga il peggiore (sette nomination ai Razzie Award). Il modesto Joseph Sargent dirige e produce un progetto che è già fallimentare in scrittura. Se la regia può dirsi sufficiente (carino l'inizio e le riprese subacquee), i guai arrivano col lavoro di Michael De Guzman, sceneggiatore proveniente dai serial televisivi. De Guzman tenta di proporre qualcosa di originale (ma poi non ha la forza di portare avanti lo spunto innovativo oppure viene frenato da una produzione più alla ricerca di un prodotto convenzionale) e sceglie la via dell'horror. Lo Squalo 4 ha una vera e propria anima fantastica purtroppo non adeguatamente sviluppata. Si decide di abbandonare la via “realistica” per optare per quella fantasiosa della maledizione di famiglia. Lo squalo bianco qua è una sorta di demone che vaga dal Nord America fino alle Bahamas, in appena tre giorni, seguendo gli spostamenti della famiglia Brody. Il suo fine è uno solo: uccidere tutti i membri della famiglia Brody. Non a caso si crea una sorta di collegamento mentale tra il mostro e la vedova Brody, che avverte la presenza del male. Un soggetto dunque assurdo, in quanto non adeguatamente supportato dagli approfondimenti. Sembra che nella novelization (ovvero il romanzo tratto dal film) si suggerisca l'azione di uno sciamano voodoo che controlla con la sua magia, l'azione della bestia marina. Sargent invece resta a metà strada: da una parte sposa l'intuizione del suo sceneggiatore, dall'altra decide di tagliare i riferimenti magici portando in scena una delle storie più assurde, fino all'avvento dei film dell'Asylum, legate ai film sugli squali.
Soggetto dunque ridicolo, con sceneggiatura povera sul versante topico e ultra diluita mostrando le reazioni della vedova Brody a fronte del dramma vissuto a inizio film con la morte di uno dei due figli. Anche questa parte di sceneggiatura è becera. La donna, dapprima devastata per la morte del figlio minore, passa nel giro di una settimana dal disperarsi a ballare nei festini, festeggiare il natale e addirittura trovare un nuovo amore con tanto di sbaciucchiamenti (con un Michael Caine totalmente sprecato). Lorraine Gary, che torna a vestire i panni della signora Brody (come ai tempi dei film di Spielberg), non convince nei momenti drammatici (sembra ridere quando dovrebbe piangere) e la cosa aggrava ulteriormente un film assai modesto. Sargent, a differenza de Lo Squalo 3, cerca in tutti i modi di riallacciare il cordone ombelicale col primo capitolo, partendo da Amity, ricorrendo a quadretti affissi alle pareti con la foto di Roy Scheider e addirittura inserendo, tramite adeguato montaggio, frammenti dal primo capitolo così da costruire dei parallelismi che non possono che far piacere ai fan.
Ogni sforzo tuttavia non è sufficiente a elevare il film. Si salvano l'ottima fotografia, le riprese subacquee, in parte il montaggio nonché una confezione che rivela un budget non disprezzabile. Pessima la direzione dello squalo meccanico (Razzie Award per i peggiori effetti visivi), che nei suoi attacchi resta incomprensibilmente sospeso a quarantacinque gradi sull'acqua, oltre a ruggire (!?) e sputare sangue dalla bocca nel momento della morte. Da evidenziare, su quest'ultimo fronte, la presenza di due finali che, nel corso degli anni, si sono alternati. Quando il film uscì al cinema e fino a una ventina di anni fa, la sequenza della morte dello squalo non era quella che è possibile vedere ora nelle varie “proiezioni” televisive. L'epilogo proposto inizialmente era addirittura peggiore a quello attuale. Lo squalo esplodeva in un epilogo estremamente confusionario dove, a seguito di un montaggio frenetico funzionale a mascherare la mancanza delle giuste inquadrature, lo spettatore non era in condizione di comprendere il motivo per il quale lo squalo esplodesse (non ce n'era proprio la ragione). La grossa incertezza su questo aspetto del film, peraltro, è intuibile anche dalla chiusura netta con cui viene troncata la versione attualmente in circolo sui canali televisiva.
Alla fine fu un film che riuscì a incassare più del budget, pur deludendo le attese tanto da porre definitivamente fine a ogni successivi proprosito di proseguire la serie.
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