Regia di Ulu Grosbard vedi scheda film
Il cattolicesimo in California: tra preti che sbandano, preti eroi, problemi edilizi, crisi di fede, ricatti, e una ragazza tagliata a metà.
È una pellicola ad alto budget: scenografie e costumi, come la ricostruzione d'epoca, sono buoni e dispendiosi. Quanti abiti talari perfetti si vedono! Anche gli ambienti sono curati nei dettagli. Il cast è di prim'ordine, nel quale spicca un Robert de Niro all'apice della carriera, Robert Duvall, e Charles Durning, questo uno di quegli attori che si conoscono assai più visivamente che di nome, chissà perché.
La prima parte del film, che vuole rappresentare il contesto in cui si svolgerà la trama vera e propria, è un po' dispersiva e incerta. Forse ci sono troppi personaggi, e troppe piste da seguire. In questo senso, non giovano anche alcuni stacchi musicali e danzanti (come il ballo irlandese). Detto a margine, ritengo che questo genere di inserimenti nei film sia una faccenda assai delicata: devono essere piazzati con sapienza e senso della continuità, affinché essi non vengano percepiti come intrusioni, o come battute d'arresto della pellicola – cosa che però accade in moltissimi casi.
La seconda parte, invece, è migliore: il regista segue la torbida vicenda della ragazza uccisa e qui il film procede con una piacevole circospezione, senza fretta ma solidamente, e anche i dialoghi sono ben scritti.
In generale, mi sembra che la sceneggiatura voglia offrire uno spaccato del cattolicesimo californiano, con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Sul lato organizzativo esso sembra soffrire di un cronico problema di carenza luoghi di culto e di educazione (chiese, parrocchie e scuole): essi sono insufficienti e dipendono in gran parte dalle cospicue donazioni di cattolici benestanti, i quali però praticano una doppia moralità, privata e pubblica: la prima corrotta e marcia, la seconda specchiata e inossidabile. Oltre a ciò, con il potere che di fatto hanno grazie ai propri soldi, essi finiscono per intromettersi nella vita della Chiesa, mentre il clero non ha la spina dorsale sufficiente a sbattergli la porta in faccia quando è il caso. Lo farà solo il protagonista, che infatti per vendetta verrà poi calunniato. Questo, però, solo perché egli è da solo. Dall'altro lato, altri sacerdoti hanno completamente perso la bussola, come quello, squallido, che muore d'infarto mentre sta facendo sesso con una prostituta.
Il finanziarsi con le grandi donazioni è una pratica tipica della Chiesa statunitense, la quale poi, però, ci rimette in fatto di libertà. Il vescovo del film, oltre che essere soggetto a costanti pressioni e ricatti, si riduce a spendere quasi tutte le sue energie nei problemi dell'edilizia scolastica e parrocchiale, ritrovandosi alla fine più agente immobiliare e contabile che pastore d'anime. Nel vecchio continente, invece, le micro-offerte dei fedeli sono state nei secoli una fonte assai più sana di sostentamento.
Suscita qualche interesse anche il personaggio della ragazza uccisa, proprio solo il personaggio: la si vede infatti solo nelle foto, all'obitorio, e si parla più volte di lei nei dialoghi. Ne esce il ritratto di una giovane la quale, allontanatasi dalla famiglia per cercare fortuna e successo senza alcun discernimento, si ritrova dopo poco tempo ad essere brutalmente assassinata. Del resto, visti gli ambienti in cui cercava la propria felicità, ciò non stupisce. Dietro di lei, i genitori che hanno ancora davanti la brava ragazza che conduce una vita pulita e morigerata, e che non capiscono minimamente i contorni di quanto è accaduto.
In generale, ha qualche difetto, ma è un film rispettabile e abbastanza riuscito.
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