Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Adattamento di alcune novelle del Decameron di Boccaccio.
Un gruppo di giovani (ragazzi e ragazze) lascia Firenze per la campagna. Per allietare le giornate si raccontano novelle. Siamo nel Rinascimento, a Firenze c'è la peste ed è chiaro che il soggetto è "Il Decameron" del MARAVIGLIOSO messer BOCCACCIO citato nel titolo.
Rispetto alle versioni di Hugo Fregonese (negli anni '50, alzi la mano chi la conosce e/o se la ricorda), di Pier Paolo Pasolini (la più celebre) e i numerosi decamerotici, chi più chi meno riusciti, questo adattamento dei Taviani perlomeno riprende la cornice esatta (Firenze e la peste). Le storie scelte (di livello discontinuo) tendono più all'inquietudine che all'ironia (che non manca ma è poca cosa), c'è il sesso ma non la capacità di osare (quasi hard) di Pasolini. La cornice è quasi un episodio a sé nell'illustrare la vita di ragazzi nobili improvvisati contadini per sopravvivere. La prima storia, con Scamarcio e la Puccini, è molto Edgar Allan Poe style. Lo stile generale (musiche comprese) ricorda il periodo anni '90 dei fratelli (FIORILE), poco amato dalla critica ma molto apprezzato dai fan del giallo/grottesco malinconico italiano e francese. Un film sicuramente interessante.
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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