Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
un film che lascia straniti questo ultimo dei fratelli taviani. dalla musica quasi "stonata"col film. i salti temporali da una scena all'altra con dissolvenze in nero misteriche. gli attori nella firenze martoriata dalla peste nera che sembrano recitare senza una nota precisa di regia o peggio in uno spettacolo teatrale d'avanguardia. quando poi i ragazzi e le ragazze raggiungono la villa fuori della città, alla ricerca di ristoro e pace dall'epidemia che falcidia chiunque, e dopo essersi dati regole di convivenza, cominciano a raccontarsi storie per intrattenersi allegramente con la speranza di non venir falcidiati dal male nero, forse comincia anche il peggio. gli episodi migliori forse sono quelli con arena, riondino e smutniak e quello breve con crescentini e cortellesi. attori di nome che compaiono per racconti più o meno lunghi, non riescono ad incidere con intepretazioni che non vadano oltre la recita oratoriale. forse quelli che mi sono saltati più all'occhio sono scamarcio, smutniak, cortellesi e trinca. ma non è tanto l'umorismo boccaccesco all'interno di un convento in cui una volta sgamati, s'invita a vivere e lasciar vivere, alla faccia di precetti religiosi imposti a fanciulle già dalla nascita, quanto lo spaesamento di passare da un conventuale simil horror con una cortellesi che sembra dover lanciare fiamme dagli occhi, ad un decamerotico con pochi nudi in cui sempre la cortellesi invita tutti a farsi 'na pizza in compagnia. la crescentini totalmente sprecata in una comparsata quasi inutile. vittoria puccini maldestra nell'esprimersi come non mai, sfigura a confronto con uno scamarcio al solito inespressivo ma migliore di lei e di parenti che fa l'espressione del cattivo come potrei farla io per scherzo col cellulare. l'episodio più lungo è quello regalato ad una smutniak brava e sensuale che si divide tra l'ingombrante amore ritrovato del padre e l'amore sincero per un uomo che finalmente può decidere di sposare e amare. l'insieme da l'impressione di un film fatto tanto per fare che annoia spesso e volentieri e spiazza con una colonna sonora che sembra andare e venire così a casaccio, come se qualcuno alzasse o abbassasse il volume e attori diretti in scene di dialoghi coperti dal vento financo imbarazzanti. insomma avrei fatto meglio a starmene a casa.
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