Regia di Francesco Munzi vedi scheda film
Iperrealista
Se scacciate i film di denuncia, quelli con la scontata morale e, invece, volete “osservare” dal di dentro la malavita fatta di vittime e carnefici allo stesso tempo, allora questo è il film da non perdere. Sceneggiatura ridotta all’osso, dialoghi in dialetto stretto, sguardi che sostituiscono mille parole, sembra di essere in un set teatrale. Ma qui è la vita vera che si consuma, che logora, dove non c'è scampo alla criminalità. Nessuna assoluzione per i fratelli protagonisti di questa vera e propria tragedia, ma solo il senso dell’impossibilita a fuggire dalla propria radici (criminali). Anche chi tenta una sorta di distacco fisico lontano dalla terra d’origine (la Calabria) o chi prova a rinchiudersi nei riti più arcaici dell’agricoltura, sarà risucchiato nel vortice delle proprie origini e il finale sarà inesorabile. Non un film facile da digerire e nemmeno godibile, insomma una visione per puristi del cinema.
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