Tre fratelli si riuniscono nel loro paese natale tra le montagne selvagge dell'Aspromonte, in Calabria. Uno di loro è sempre rimasto lì, due sono migrati al nord, riuscendo a trovare successo e denaro, chi in maniera legittima, chi no. Tutti però dovranno confrontarsi, in una dimensione sospesa tra l'arcaico e il moderno, con la storia della loro famiglia e con un passato quasi tribale che riemerge con violenza.
Approfondimento
ANIME NERE: NELLA PROFONDA CALABRIA
Diretto da Francesco Munzi e sceneggiato dal regista con Fabrizio Ruggirello e Maurizio Braucci, Anime nere è tratto dall'omonimo romanzo di Giaocchino Criaco e racconta la storia di tre fratelli calabresi, figli di pastori, vicini alla 'ndrangheta e della loro anima scissa: il giovane e trafficante internazionale di droga Luigi (interpretato da Marco Leonardi), l'imprenditore - milanese d'azione e operativo grazie ai soldi sporchi del primo - Rocco (impersonato da Peppino Mazzotta) e il più grande Luciano (portato in scena da Fabrizio Ferracane), legato all'illusione di una Calabria preindustriale. A muovere gli eventi è un atto criminale a seguito di una lite banale commesso da Leo, il figlio ventenne con il volto di Giuseppe Fumo: un gesto che, in una dimensione sospesa tra l'arcaico e il moderno, spingerà i personaggi fino all'archetipo della tragedia.
Con la fotografia di Vladan Radovic, le scenografie di Luca Servino, i costumi di Marina Roberti e le musiche di Giuliano Taviani, Anime nere è così descritto dal regista in occasione della partecipazione in concorso del film al Festival di Venezia 2014: «Ho girato nel paese che la letteratura giudiziaria e giornalistica stigmatizza come uno dei luoghi più mafiosi d'Italia, uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta calabrese: Africo. Quando raccontavo che avrei voluto girare lì, tutti mi dissuadevano dal farlo: troppo difficile la materia, troppo inaccessibile, troppo pericoloso. Era un film impossibile. Ho chiesto allo scrittore di Anime Nere, da cui il film è liberamente tratto, Gioacchino Criaco, di aiutarmi. Sono arrivato in Calabria carico di pregiudizi e paure. Ho scoperto una realtà molto complessa e variegata. Ho visto la diffidenza trasformarsi in curiosità e le case aprirsi a noi. Ho mescolato i miei attori con gli africesi, che hanno recitato, lavorato con la troupe. Senza di loro questo film sarebbe stato più povero.
Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo si può vedere meglio l’Italia».
Note
Anime nere è scritto in forma di tragedia, come il romanzo di Gioacchino Ciriaco da cui è tratto. Non è un film di denuncia, non intende documentare alcunché, non spiega e non vuole indignare. Munzi fa un passo indietro e lascia che a parlare siano i luoghi, i personaggi (ottime interpretazioni), la storia che procede lucidamente e inesorabilmente verso la catastrofe finale. Al bando la mitologia del genere e l’iconografia malavitosa, rimangono il racconto e la realtà. Bastano e avanzano.
Data l’infinita mole di puttanate sfornata dal cinema italiano con fare certosino partivo molto prevenuto. Ma in mezzo al nulla ogni tanto v’è l’eccezione. Bel film italiano, che ben rispecchia la desolazione del nostro disgraziatissimo paese e di chi lo popola.
Per la regia di Francesco Munzi che lo ha co-sceneggiato, Anime nere è tratto dal romanzo dallo stesso titolo di Giaocchino Criaco. Presentato, con successo controverso, a Venezia nel 2014.
Ci sono tre fratelli molto diversi tra loro, a capo di una famiglia mafiosa in ascesa tra la Calabria, Milano e la Spagna, ma il pensiero non corre a Il Padrino di Sonny, Michael e Fredo, piuttosto alla tragedia sublime de I Fratelli Karamazov.
Complimenti. Un film consigliatissimo.
Il terzo lungometraggio di Francesco Munzi è un noir di folgorante bellezza. Partendo da una storia di attività illecite estese in campo internazionale, trova il nocciolo della trama e il pathos della tragedia in terra d’Aspromonte, lì dove è il luogo di origine della famiglia di cui parla il libro di Gioacchino Criaco da cui è tratto il film.
Il dramma naturalista di Francesco Munzi imbastisce la cupa parabola di un'ineluttabilità verghiana dove il richiamo di radici e tradizioni ancestrali è più forte di qualunque spinta progressista come di una naturale remissività del carattere, spostando inesorabilmente l'equilibrio drammaturgico verso le naturali conseguenze di un destino infausto.
La recensione sul blog di Repubblica: http://in-cattedra-bari.blogautore.repubblica.it/2014/09/21/anime-nere-il-western-shakesperiano-di-francesco-munzi/
Calabria, uggiosa campagna rurale lontana da realtà metropolitane come quella milanese ma legata ad essa per vincoli di sangue. Tre fratelli, l'uno lontano dall'altro sia per carattere sia, nel caso di uno, fisicamente. La gigantesca 'Ndrangheta, che fra commerci di droga e riciclaggio di denaro si estende in tutta la penisola, sventando i soliti provincialisti luoghi comuni. Un ragazzo,… leggi tutto
Anime Nere esce nelle sale forte del compatto consenso riscosso al recente passaggio veneziano. Se per consenso si intende apprezzamento ne comprendo le ragioni, a partire dalla doverosa attenzione per una pellicola che affronta il tema - di lunga tradizione nazionale - della malavita organizzata collocandosi all’interno di un genere da cui si spera sempre di veder nascere un nuovo caso… leggi tutto
Se scacciate i film di denuncia, quelli con la scontata morale e, invece, volete “osservare” dal di dentro la malavita fatta di vittime e carnefici allo stesso tempo, allora questo è il film da non perdere. Sceneggiatura ridotta all’osso, dialoghi in dialetto stretto, sguardi che sostituiscono mille parole, sembra di essere in un set teatrale. Ma qui è la vita…
Leo è un ragazzo che appartiene a una famiglia implicata in circuiti malavitosi. Sebbene il padre pastore cerchi di tenerlo lontano dai guai, Leo raggiunge i suoi zii a Milano, uno dei quali gestisce un traffico di droga. Quando quest’ultimo viene ammazzato, la sete di vendetta del ragazzo darà vita a una spirale sempre più tragica.
La violenza è…
Io l'ho trovato un bellissimo affresco che contrappone il principe Machiavellico del male, inarrivabile e spietato seppure antico, ai nuovi pretendenti, che sebbene abbiano saputo approfittare della modernità, sono inadeguati al loro ruolo. Il contrasto tra la scena iniziale, dove uno dei fratelli deve recarsi con fare sottomesso a casa del vecchio ndranghetista, e quella centrale dove…
"Anime nere" diretto da Francesco Munzi, devo dire che non mi è dispiaciuto. La storia racconta che tre fratelli si riuniscono nel loro paese natale tra le montagne selvagge dell'Aspromonte, in Calabria. Uno di loro è sempre rimasto lì, due sono migrati al nord, riuscendo a trovare successo e denaro, chi in maniera legittima, chi no,però tutti dovranno…
Bel film e utile a vedersi. Sul disastro morale interiore, fatto di ansia e infelicità, che comporta la scelta di vivere da criminali: i soldi e il potere, che ne derivano, non rendono meno fallimentare tale scelta, per lo stesso che la compie. Il registro drammatico è dosato benissimo, e culmina in un finale stupendo e sorprendente.
L’unica pecca è la sordina: sembra…
Al centro del film la vita di tre fratelli di Africo, paesetto della Calabria ai piedi dell'Aspromonte. La storia per certi aspetti si colloca all'interno della tradizione regionalistica e neorealistica di molto nostro cinema, ricontestualizzata nella realtà di oggi, però, quando la dimensione internazionale dei problemi non può essere elusa neppure ad…
Un piccolo paese della Calabria,Africo è il contesto sociale in cui si svolge il film “Anime Nere” di Francesco Munzi,ispirato al romanzo omonimo di Gioacchino Criaco. Luigi, Rocco e Luciano, sono tre fratelli di origini calabresi, le cui vite hanno preso strade diverse e ben distinte tra loro.I primi due sono ancora legati alla “ndrangheta”…
Ci sono tre fratelli molto diversi tra loro, a capo di una famiglia mafiosa in ascesa tra la Calabria, Milano e la Spagna, ma il pensiero non corre a Il Padrino di Sonny, Michael e Fredo, piuttosto alla tragedia sublime de I Fratelli Karamazov. Come nel romanzo di Dostoewski, ognuno è a suo modo condizionato dal fantasma ingombrante del padre, ucciso anni prima in una faida con la 'ndrina…
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Commenti (13) vedi tutti
Iperrealista
leggi la recensione completa di siro17Data l’infinita mole di puttanate sfornata dal cinema italiano con fare certosino partivo molto prevenuto. Ma in mezzo al nulla ogni tanto v’è l’eccezione. Bel film italiano, che ben rispecchia la desolazione del nostro disgraziatissimo paese e di chi lo popola.
commento di macchianeraPer la regia di Francesco Munzi che lo ha co-sceneggiato, Anime nere è tratto dal romanzo dallo stesso titolo di Giaocchino Criaco. Presentato, con successo controverso, a Venezia nel 2014.
leggi la recensione completa di laulillaun ritratto crudo e spietato della nemesi della ndrangheta sulla vita.
commento di antimesFilm da Aria Pesante ma almeno Interpretazioni valide.voto.4.
commento di chribio1Film cupo e doloroso, ma fortemente realistico.Ottima la regia e la recitazione
leggi la recensione completa di Furetto60Ci sono tre fratelli molto diversi tra loro, a capo di una famiglia mafiosa in ascesa tra la Calabria, Milano e la Spagna, ma il pensiero non corre a Il Padrino di Sonny, Michael e Fredo, piuttosto alla tragedia sublime de I Fratelli Karamazov. Complimenti. Un film consigliatissimo.
leggi la recensione completa di andenkoNO epica criminale. SI all'immersione profonda nella realtà arcaica della 'Ndrangheta. Grande film. 7,5 ASCIUTTO
leggi la recensione completa di luca826Fatti di mafia senza schizzi di sangue, doloroso ritratto di una mentalità che perpetua la violenza.
commento di michelGran bel film Italiano.Freddo, intenso, asciutto...immaginavo un finale a sorpresa...
commento di marco biIl terzo lungometraggio di Francesco Munzi è un noir di folgorante bellezza. Partendo da una storia di attività illecite estese in campo internazionale, trova il nocciolo della trama e il pathos della tragedia in terra d’Aspromonte, lì dove è il luogo di origine della famiglia di cui parla il libro di Gioacchino Criaco da cui è tratto il film.
leggi la recensione completa di michemarIl dramma naturalista di Francesco Munzi imbastisce la cupa parabola di un'ineluttabilità verghiana dove il richiamo di radici e tradizioni ancestrali è più forte di qualunque spinta progressista come di una naturale remissività del carattere, spostando inesorabilmente l'equilibrio drammaturgico verso le naturali conseguenze di un destino infausto.
leggi la recensione completa di maurizio73La recensione sul blog di Repubblica: http://in-cattedra-bari.blogautore.repubblica.it/2014/09/21/anime-nere-il-western-shakesperiano-di-francesco-munzi/
commento di giancarlo visitilli