Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Non ci fosse stato lo sfondo di quel microcosmo (macro?) incredibile che è la periferia romana di Corviale, il palazzo di un chilometro che è anche il più lungo d'Europa, ci sarebbe da rimpiangere i cinepanettoni con Boldi & De Sica nel vedere questo imbarazzante Scusate se esisto! Per quel palazzo l'architetto Serena Bruno (Cortellesi) ha un progetto mirato a rilanciare la convivialità e i servizi delle migliaia di codomini (il progetto esiste davvero: si chiama "chilometro verde" ed è stato rrealizzato dall'équipe guidata da Guendalina Salimei). Ma siccome il mondo del lavoro non tutela abbastanza le donne, ecco che la ragazza - che ha un curriculum di tutto rispetto e varie esperienze all'estero - per un disguido casuale si fa passare per un uomo, Bruno Serena. Al dunque, non trova di meglio che far impersonare il suo alter-ego, guidato a distanza, dal gestore di un locale presso il quale ha prestato servizio (Bova). L'uomo a sua volta ha bisogno di una messinscena: nei giorni in cui gli verrà affidato il figlio, non vuole che quest'ultimo scopra la sua nuova identità di omosessuale e chiede a Serena di farsi passare per la sua nuova compagna.
Commedia degli equivoci telefonatissima e scritta col piede sinistro, il film di Milani - marito della Cortellesi ed ex assistente alla regia di Nanni Moretti, con un paio di film di tutto rispetto nel suo portfolio (Auguri professore e Piano, solo) - firma la sua opera peggiore. Dopo cinque minuti iniziali scoppiettanti, il film si perde nella più corriva parodia dell'identità gay, a cui aggiunge un pistolotto sulla discriminazione di genere. Se la Cortellesi sfoggia la consueta mimica a suon di smorfie, rimane un mistero a quale titolo Raoul Bova venga annoverato dalle agenzie di casting nell'elenco degli attori.
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