Regia di Carlo Cotti vedi scheda film
VOTO : 5.
Sicuramente si parla di un brutto film (in pieno delirio anni ottanta, tanto più italiano, apoteosi del nulla eterno), ma probabilmente oggi con un prospetto simile ne uscirebbe pure di peggio.
Certo oggi il culto di Simon Lebon è lontano (o forse per questo mi sta meno antipatico, anche perché dopo qualche canzone carina l’han fatta, vedi “Come undone” che adoro) e questo forse aiuta a vederlo con meno antipatia (anche se l’ho visto in un momento di scazzo assoluto).
Una studentessa milanese amante dei Duran Duran viene a sapere che il suo gruppo (o l’uomo) del cuore sarà presente a San Remo.
L’occasione è buona per una fuga nella speranza di conoscere di persona il suo mito vivente, Simon Le Bon.
Tutto molto semplice, direi più che scontato ed infatti il film si limita a seguire le usanze del mito che non posson portare a risultati importanti.
Però nella sua innata superficialità riesce almeno ad essere minimamente sincero per non risultare semplicemente orrendo.
Non che questo possa nascondere il fatto che il film sia basato sul nulla, o quasi, ma almeno non si vuol spacciare per altro e poi mi ha fatto ricordare alcuni aspetti di quegli anni (per cui mi ha ispirato un minimo di simpatia).
Mediocre, su questo personalmente non ho dubbi, ma almeno non mi ha fatto digrignare i denti durante la visione (sarà forse per quanto detto sopra).
Tranquillamente evitabile, anzi probabilmente proprio da evitare, ma in fondo non fa del male a nessuno, non so, mi ha lasciato la sensazioni di essere genuinamente ingenuo (va bene, questo è il massimo complimento che gli posso fare).
VOTO : 5. Poco, o per nulla, personale, si limita a seguire la vicenda senza metterci molto del suo. Un pò infantile, ma mi è parso teneramente ingenuo.
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