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Le silence des églises

Regia di Edwin Baily vedi scheda film

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La recensione su Le silence des églises

di hupp2000
8 stelle

Sono quasi certo che questo telefilm franco-belga (molto più belga che francese), tratto da una vicenda realmente accaduta, non verrà mai visto in Italia. L’attacco all’omertà del clero cattolico in materia di pedofilia nei suoi ranghi è frontale, chiama in causa una pratica talmente diffusa dal poterne addirittura e sperabilmente compromettere il futuro. L’alternanza tra il racconto attuale e i flashback contribuisce intelligentemente alla ricostruzione del dramma. I metodi di seduzione cui ricorre padre Vincey sono disgustosi: il sordido prete mescola abilmente fede, amore per la musica, trasporto emotivo, corporalità voluta da Dio, fascino del segreto in nome del Divino. Divenuto adulto, marito e padre infelice per le storture che lo condizionano, il protagonista alza un bel giorno il coperchio e si fa legalmente giustizia. Tratto da una vicenda reale, il film ha il merito di evitare il taglio paradossalmente manicheo al quale poteva prestarsi. Le vittime sono vittime, ma il loro seviziatore è tutt’altro che un mostro. Uomo colto e sensibile, molesta ragazzini perché spinto da un desiderio sessuale che induce a confondere afflato e pulsione carnale. Un classico. E’ solo un telefilm, ma la ricostruzione del caso riesce a spingersi ben oltre la cerebrale, anche se ottima e sofferta denuncia di Pedro Almodovar con “La mala education” (2004). Qui, il tasso di suspense è affidato a dialoghi in un certo senso efferati, ad un crescendo di seduzione impalpabile e crudele, spiegata, raccontata, ma fortunatamente mai mostrata (sarebbe stato insostenibile!). 

Sulla trama

Dai 12 ai 15 anni, Gabriel è stato oggetto degli appetiti sessuali di padre Vincey, insegnante e direttore della corale in un collegio cattolico. Alla stessa epoca, un suo compagno, vittima dei medesimi abusi, si era suicidato gettandosi sotto le ruote di un’auto in corsa. Oggi, Gabriel è un trentenne la cui esistenza non si è mai ripresa da quegli eventi traumatici. Decide allora di andare a ripescare tutto il suo passato, di far fronte al suo invecchiato insegnante sbattendogli in faccia atroci ricordi, di raccontare tutto alla madre malata e cattolicissima, oltre che inconsapevole complice per anni degli incontri tra il prete e il ragazzo, cerca e trova testimonianze schiaccianti. Si arriva al processo: quindici anni al prete pedofilo e tre mesi con la condizionale al vescovo che, sebbene a conoscenza delle inclinazioni e dei precedenti del suo sottoposto, lo aveva vergognosamente “coperto”.

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