Regia di Billy Wilder vedi scheda film
il buon kirk douglas è un giornalista. un buon figlio di puttana come gli stati uniti ne han sfornati tanti. uno che guarda al soldo e punta al sodo. se poi la notizia non ce l'ha se la inventa. niente di nuovo sotto il sole, non è il primo e non sarà l'ultimo, ma non c'è giornale che lo voglia e così arriva in una cittadina di provincia e si offre in svendita al direttore che lo prova e da buon avvocato sa pure eventualmente come difendersi dalle corbellerie che combinerà, da buon piantagrane. se non che da buon perdente, dopo un anno è ancora nella piccola cittadina di provincia a scrivere di cose talmente insignificanti da non potersi fregiare nemmeno del titolo di "cose". per farlo svagare, il direttore lo spedisce nel mezzo del nulla a documentare l'annuale caccia ai serpenti, dove un nutrito numero di rettili viene accerchiato, raggruppato e quindi arso per la festosità della buona gente del posto. giunti(kirk e il giovane aiutante) nei pressi di un incrocio con distributore-posto di ristoro nobilitato anche da un nome(escudero), kirk il suo colpaccio lo annusa, lo trova e lo escogita, ai danni di un povero diavolo intrappolato nelle gallerie di una vicina montagna cara agli antichi indiani. qui tutto il suo cinismo cittadino da gran reporter lo porta nei meandri più infidi e maledetti di se stesso, trasformando la sfortunata ricerca di monili indiani dell'incauto giovanotto intrappolato in un circo mediatico che ai nostri giorni proprio non dice nulla di nuovo. tutti che vogliono sapere, tutti che vogliono vedere, tutti che vogliono esserci, tutti che vogliono essere primi ad essere arrivati e ad essere intervistati. le serpi eccole, bestie immonde che giurano di essere stati i primi ad essere giunti sul posto, magari facendo ciao alla tv. e la similarità con gli animali striscianti è solo per rendere più immediata, una caratteristica tutta umana: quella di saper sfruttare qualsiasi cosa per far soldi, anche il dolore, possibilmente altrui. la confusione di macchine e genti, spesso riprese dall'alto per darne il senso del numero e anche per renderli piccoli come tasselli quasi irriconoscibili di "qualcosa", che si accalca su un terreno sacro per un popolo sterminato e confinato in terre che non hanno nulla a che fare con le loro genti, i loro dei e quant'altro, come si era popolato, si svuota improvvisamente con la morte del famoso "per quindici minuti" signor LEO MINOSA. un signor nessuno che solo per il fatto di non essere stato uno dei dieci, dei cento, dei mille o dei diecimila morti di una qualsiasi tragedia, la gente ne vorrà divorare la storia in ogni minimo particolare. wilder è stato un grande anche nel drammatico e kirk ha saputo dare una buona interpretazione con picchi di fine e bastarda cattiveria. il finale ce lo pone nella medesima posizione nella quale lui guardava da spettatore ilpovero leo minosa nella sua buca polverosa. ora è il pubblico che lo osserva e se non sa tutto di lui, alcune cosine importanti le ha conosciute.
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