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Come ti vendo un film

Regia di Morgan Spurlock vedi scheda film

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La recensione su Come ti vendo un film

di mm40
5 stelle

Come funziona il rapporto tra pubblicità e cinema? Morgan Spurlock, documentarista, mostra tutta la catena nascosta del product placement, dal prodotto-sponsor all'opera finita, passando per varie fasi: da procacciarsi gli investitori a stabilirne budget e visibilità, fino a girare apposite scene in cui il prodotto viene inserito a forza nel film.

 

Se una cosa l'esperienza di documentarista "d'assalto" ha insegnato a Morgan Spurlock, è a essere preparato al peggio, alle trappole e agli ostacoli della cinematografia, anche e soprattutto a quelli sostanzialmente invisibili. Uno, macroscopico eppure in genere silenziato, è quello relativo al product placement, ovvero in parole povere alla pubblicità nei film: dal semplice sponsor che associa la propria immagine alla locandina dell'opera, al finanziatore che richiede la presenza del suo marchio all'interno della pellicola, con conseguente dilemma artistico da parte dell'autore: come ottenere il denaro necessario a portare a termine il proprio film senza 'svenderlo' al miglior offerente? Spurlock affronta tutto ciò - e molto altro - con la debita ironia, calcando anzi la mano sul fatto che il suo documentario è espressamente destinato a divenire veicolo di certi sponsor: una bibita, una marca di scarpe, una compagnia aerea e via dicendo. Scritto insieme a Jeremy Chilnick, Come ti vendo un film mostra una gran bella fetta di 'dietro le quinte' insospettabili per il grande pubblico non avvezzo a frequentare set e produzioni cinematografiche; fra gli intervistati sul tema del product placement compaiono anche Noam Chomsky, Donald Trump e Quentin Tarantino. Difficile capire perchè il film sia passato quasi inosservato, dati i temi di rilevante attualità e considerata la chiarezza espositiva di Spurlock, tutto materiale certo più interessante e utile di quello contenuto nel suo (invece) noto esordio, Super size me (2004), nel quale il Nostro si limitava a ingurgitare valanghe di cibo di McDonald's per un mese senza sosta solo per dimostrare che non era un'abitudine alimentare sana. Qui la posta in palio è ben più alta e forse proprio per questo - una didascalia nel finale afferma che nessuno degli sponsor ha approvato la forma definitiva del film - il lavoro non ha ottenuto il giusto successo. 5/10.

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