Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Da Mike Flanagan, regista che stuzzica le fantasie degli amanti dell'horror come pochi altri nel "panaorama" attuale, arriva nelle sale Somnia, distribuito sagacemente la settimana successiva di "The Boy", film simile in alcune premesse fondamentali come rimozione ed elaborazione del lutto in una coppia che ha perso il proprio figlio in circostanze tragiche. In questo caso la coppia decide di ricominciare da zero e prendere in affidamento un bambino orfano, Cody (il bravo Jacob Tremblay di Room), dal passato assai sfortunato. Cody ha un rapporto contrastato con il sonno e assume caffeina e zuccheri per rimanere sveglio il più possibile poiché egli ha un dono: i suoi sogni, splendidi talvolta e macabri quando qualcosa lo agita, prendono vita prima del suo risveglio (il titolo originale è BEFORE I WAKE). Tutto questo ha un certo fascino quando ad apparire sono splendide farfalle giganti o elaborazioni di bei momenti vissuti ma quando Cody inizia a parlare dell'Uomo Cancro e di come egli appaia nei suoi peggiori incubi, le proiezioni dei sogni del bambino diventano oscure e raccapriccianti. Quando l'intreccio prevede un dono paranormale, c'è sempre qualcuno pronto ad approfittarne abusandone causando la rottura di quell'equilibrio cosmico (davvero davvero sottile) che è alla base di ogni storia. Flanagan, dopo il riuscito Oculus, confeziona una sorta di fiaba horror dove la paura è la materializzazione dell'intimo e delle fanciullesche quotidiane inquietudini. Il film si smarrisce in alcune semplificazioni nella seconda parte, quella più difficile, quella dalla quale lo spettatore si aspetta i dovuti chiarimenti, tuttavia mantiene una piacevole atmosfera, alimentata come una fiamma viva, dalla scelta di musiche che mi hanno ricordato le colonne sonore di alcuni film di Tim Burton. Un horror senza sangue dunque, poiché altre sono le paure dei bambini, ma un horror capace di interessare fino alla fine (nonostante qualche stortura di naso), appassionando alle vicende personali anche di personaggi marginali (sempre narrate in toni di fiaba noir) come quella dei precedenti genitori adottivi di Cody. I protagonisti se la cavano bene, Tremblay (nonostante l'atroce doppiaggio -sarò pesante ma...-) e Kate Bosworth sono bravissimi e fanno da spalle all'architrave onirica costruita da Flanagan e Jeff Howard; un gradino sotto Thomas Jane (niente di trascendentale), con il suo ruolo da padre probo e ineccepibile, sul quale, ad un tratto, piove una pesante ma quasi impercettibile accusa, glissata poi colpevolmente dalla sceneggiatura. Oculus ci ha fatto conoscere questo regista di Salem (terra madre di leggende e misteri su streghe e vampiri) e ce lo ha fatto apprezzare. Non male ma nemmeno da applausi questo Somnia, mentre il suo ultimo lavoro "Il terrore del silenzio" è destinato (imprigionato?) in Netflix e aspettiamo con trepidazione il suo Ouija 2 (attualmente in post-produzione). Sia comunque benedetta la "Fabbrica della Mezzanotte".
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