Regia di Patrizio Gioffredi vedi scheda film
“Sogni di gloria” è un “piccolo film”, ma che davvero fa ben sperare per il buon cinema italiano. Figlio di tutta quella meravigliosa generazione della cara e buona commedia all'italiana degli anni '60, '70 e '80, si ispira liberamente proprio a quella tipologia di genere che tanto mi piace e che ha segnato il pubblico della mia “età”.
Un film toscano-italiano, in due episodi, ambientato in una Prato di oggi: multietnica ma sempre provinciale.
Nella prima storia un giovane Giulio-italiano (Gabriele Pini, un volto eccezionale, una sorta di Buster Keaton pratese), depresso perché cassaintegrato da mesi, perde la fede religiosa, nonostante la zia lo porti alla messa ogni martedì (a quella “ridotta” di due ore) perché “tu vedrai che prima o poi Gesù saprà riconoscere tutto questo sacrificio”.
Giulio riempie i moduli per lo sbattezzo ufficiale e la zia mette in piedi un “teatrino” coinvolgendo lo zio Nestore, la nonna e il prete per convincere lo squinternato nipote a ricredersi sulla fede perduta.
Questo primo episodio è il più surreale dei due. Ricorda molto (se si vuole fare a tutti i costi un paragone) i primi film del Nuti, o meglio ancora dei Giancattivi (“Ad Ovest di Paperino”-1982 di A. Benvenuti).
Tirare a sorte il nome del fortunato che potrà lavorare per un mese intero rende davvero l'idea della depressione e dello scoramento di tanti giovani di oggi, che aspettano che le cose cambino, che qualcuno prenda in mano la situazione per trovare un rimedio, che sia Dio, che sia un amico, che sia la fidanzata.... come si dice dalle mie parti: basta che sia. Il finale è molto amaro e spietato: una speranza guidata a dovere da una “mano superiore”.
Il secondo episodio è il mio preferito, forse perché entrano in scena il Monni (Carlo) e Giorgio Colangeli, due attori che amo molto.
Un Giulio-cinese (Xiuhong Zhang) studente in enologia entra in contatto con Maurino (Carlo Monni), esperto giocatore di carte del circolo del paese. Il torneo di briscola è alle porte e i due avversari storici, l'Avvocato e il Disumano, vanno assolutamente battuti. Giulio esce da una brutta delusione d'amore con una pratese, e grazie a Maurino e alle sue storie di vita e filosofia da giocatore (“quando una carta è passata... è passata!”-”Il mazzo è uguale per tutti, sarà poi il caso a scegliere le carte. Le regole sono uguali per tutti: il regio prende la donna, l'asso il tre... e la briscola prende tutto!”) riuscirà a prendere nuovamente in mano la sua vita.
In questa seconda storia alcuni personaggi e luoghi della prima si intersecano, rendendo lo svolgimento degli avvenimenti molto simpatico e curioso, grazie soprattutto alla presenza di attori caratteristi che fanno a gara per simpatia e bravura (ma su tutte primeggiano, lasciatemelo dire, le Sposine, alle quali devo dedicare due righe a parte alla fine).
Questa NON è una commedia dalla battuta televisiva da cabaret, non ci sono “bellone” che lo “sfigato” simpa della compa riuscirà a conquistare strappando una risata con i doppi sensi. E' di quelle commedie che giocano con l'ironia, che sanno scherzare sull'attualità anche più amara, che costruiscono personaggi surreali ma realistici, che ognuno può riconoscere nel proprio vissuto.
Ottimo il montaggio, tecnica che spesso nelle commedie di oggi va a farsi benedire in nome di chissà cosa, e coraggiosa (soprattutto nel primo episodio) la scelta registica di utilizzare tecniche di movimenti con la macchina da presa drammatiche che evidenziano gli aspetti più amari della storia.
Ultimo film al quale Carlo Monni ha lavorato, uno dei sui ruoli più convincenti, da grande attore quale era, è riuscito come sempre a valorizzare anche le prove dei suoi colleghi più inesperti.
Giorgio Colangeli nel secondo episodio è il “cattivo”, l'avversario da battere a carte, soprannominato L'Avvocato, un romano che gioca in coppia con un giovane siciliano chiamato il Disumano per doti fisiche intime (diciamo così). Colangeli, così come tanti altri bravi attori italiani, è di quelli che ha sempre contribuito a rendere buoni i film, anche quelli piccoli. In questo ha una parte che gli permette di mettere in mostra tutte le sue doti attoriali in maniera eccellente.
La carrellata degli attori presenti da elencare è lunga, tutti bravi... ma io mi devo soffermare sulle Sposine. Le Sposine sono due giocatrici di carte del secondo episodio che partecipano al torneo di briscola. Due simpatiche donne che nel film diventano una sorta di Maghe Circi, che imbambolano i loro avversari con chiacchiere pettegole, mandando in crisi i loro avversari come Ulisse con il canto delle sirene.
Ovviamente le chiacchiere delle Sposine sono assai più divertenti, con due volti eccezionali, strappano una risata di cuore anche a chi ha il senso dell'umorismo pari a 0.
(“E' inutile che cerchi di capire i loro ammicchi” -dice il compagno di gioco a Giulio prima della partita con le Sposine-”giocano insieme da 65 anni: sono telepatiche!”)
Infine una lode particolare per la scelta della colonna sonora.
Musiche originali dei “Calibro 35”, un gruppo formidabile che si ispira da anni alle musiche delle colonne sonore dei film anni 60 e '70, per questo film hanno creato un tema trascinante e accattivante, al quale è impossibile rimanere indifferenti (uno dei componenti del gruppo, Enrico Gabrielli, è presente nel film in una piccola parte).
Lascio qui sotto il tema musicale, così anche chi non ha ancora avuto il piacere di vedere il film potrà almeno entrare nel ritmo irrefrenabile di questa storia tutta toscana... e italiana.
http://www.youtube.com/watch?v=FnpNzXV9JDo
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