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Asso

Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film

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La recensione su Asso

di hallorann
4 stelle

Castellano & Pipolo trent’anni fa erano i re degli incassi, o con Adriano Celentano o con Renato Pozzetto, per la bella gioia di Mario e Vittorio Cecchi Gori. Il duo di sceneggiatori e registi a giorni alterni erano noti come “la strana copia”. Prendevano alcuni classici del cinema americano li copiavano e riadattavano alle corde del comico, protagonista assoluto delle loro farse. In occasione delle vacanze di Pasqua del ’81 sfornarono ASSO, storia di un incallito giocatore di poker e corse il quale viene ucciso poche ore dopo essersi sposato e aver vinto una grossa somma ai danni del Marsigliese dall’orecchio bleffante. Sicario lo fa sobbalzare sul Naviglio a suon di pistolettate. Asso però torna in formato spirituale dal suo “bocconcino” Silvia perché si risposi con l’uomo giusto e non  cada nelle braccia di quel lestofante di Bretella. I suoi piani subiranno delle modifiche. Ernst Lubitsch scende a Milano in un’atmosfera da palla di vetro senza neve e l’acqua dei navigli di sguincio, la cornice resta il 1980 ma dentro siamo negli anni venti o trenta. Pellicola stramba e stralunata come lo era Celentano al cinema, ché funzionava e piaceva, sempre con la sigaretta tra le dita, giochi di parole, freddure e lo humour pieno di pause ad effetto. Sia ben inteso che la Milano coprotagonista è lontana dal Derby e dagli umori surreali alla Cochi e Renato, e Beppe Viola. Un ruolo leggero leggero per il cantante della via Gluck che gli calza a stivaletto e zampa d’elefante. Egli recita se stesso: sdoppiandosi in fantasma, nel Varesino e nel padre eterno. Edwige Fenech è la Bona di turno doppiata da Daniela Nobili in versione sdolcinata. L’antagonista è Bretella, titolare dell’omonimo bar, dotato di invidia nefasta e interpretato da uno svogliato Renato Salvatori doppiato da Luigi Montini. Il dimenticato ex Gufo Gianni Magni è Sicario. Il prezzemolo dell’epoca Pippo Santonastaso, il banchiere Morgan. Elisabetta Viviani la serva sciocca. Sylva Koscina la svampita Enrichetta. Se escludiamo il grazioso motivetto I adore you scritto da Detto Mariano (uno del Clan) e cantato da Douglas Meakin, ASSO sarebbe stato più tedioso e banale di quello che è.

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