Regia di Giuseppe Ferlito (II) vedi scheda film
Mary si innamora di Loris e viene trascinata da lui in una spirale tossica; la madre della ragazza la rinchiude in una clinica, mentre Loris prosegue la sua vita allo sbando. Nella clinica Mary conosce Nina, anoressica dalla vita ben più problematica della sua.
Presto farà giorno è la pellicola d’esordio nel lungometraggio per Giuseppe Ferlito, da non confondersi con l’omonimo regista di Femmina (1998, con Monica Guerritore) e Né terra, né cielo (2001, con Fabio Fulco e Carlo Monni); questo Ferlito è stato invece a lungo l’assistente di Jordi Mollà ed è arrivato al debutto dietro la macchina da presa proprio con questo dramma psicologico moderno, sia nei temi (droga, anoressia) che nell’approccio. Non ci sono veri colpevoli in questo film, anzi: ognuno dei protagonisti affronta la sua personale crociata contro la società e contro le proprie debolezze. Le atmosfere cupe sfociano nel noir quando la sceneggiatura dello stesso Ferlito si sposta sul traffico di droga e sulla malavita dei delinquenti organizzati, le cui prime vittime sono a guardar bene i piccoli spacciatori che svolgono per loro un lavoro pericoloso e privo di tutele. Presto farà giorno non gode di grande ritmo o di trovate memorabili, anzi spesso cade nel banale, ma è confezionato accuratamente e sfoggia un cast dove i nomi di richiamo non abbondano, ma che risulta comunque ben assortito: Chiara Caselli, Ami Codovini, Valerio Morigi, Matilde Piana, Ludovico Fremont. 4/10.
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