Regia di Alberto Rodriguez vedi scheda film
Gradevolissimo thriller di grande equilibrio complessivo girato in luoghi suggestivi e "complici" di una trama assolutamente coinvolgente.
La isla minima (2014): Raúl Arévalo, Javier Gutiérrez, Nerea Barros
“La Isla minima” è un bel film che, volendo sintetizzare a mezzo di alcuni aggettivi, mi sento di definire asciutto, essenziale nello svolgimento (nel senso di privo d’inutili divagazioni) e persistente nel coinvolgimento dello spettatore. E’ come se il tutto fosse riassumibile in una geometrica quadratura che, infine, appaga lo spettatore. Questo almeno è il mio parere. Ambientato in altrettanta geometrica e suggestiva scenografia naturale (anche se nelle riprese aeree d’introduzione potrebbe esserci lo zampino del computer), il film, in qualche modo, trae sicura linfa emotiva anche dai luoghi che sembrano celare talvolta qualcosa di sinistro. Quel paio di scene cruente, che potrebbero scuotere gli animi più sensibili vengono trattate dal regista con maestria e, pur conservando la loro drammaticità, non sconfinano mai nella rappresentazione gratuita della violenza o dell’orrido ostentato. Il thriller non è il mio genere ma, questo tipo di thriller è assolutamente gradevole. Storia credibile e protagonisti all’altezza conducono ad un giudizio positivo su questa pellicola onestissima e ben fatta.
La collocazione storica del narrato non è casuale e, dalle vicende sociali della Spagna post franchista, nascono le due personalità agli antipodi dei protagonisti. Le loro incompatibilità contribuiscono a creare ulteriore interesse nello spettatore, accanto ai metodi d’indagine a volte poco ortodossi che paiono rispecchiare anche lo smarrimento di ogni “rinascita” per il particolare momento storico spagnolo e la probabile assenza di regole etico-comportamentali nel passaggio alla democrazia dopo la dittatura. Su questo aspetto non mi soffermo oltre non essendo sufficientemente ferrato. Di certo il caos, qualche nostalgia e una polizia (locale) tutt’altro che indefessa sono ben percepibili. E’ probabile che il regista abbia voluto inserire nel film un celato messaggio storico-politico ma, per coglierlo, bisogna avere conoscenza e contestualizzare la sceneggiatura in quel particolare frangente. Io sto molto più in superficie e ribadisco che questo film è meritevole d’essere visto.
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Bravo Nico, finalmente posso commentare una recensione odierna su un film che ho visto e confermo ( oltre al resto) la bontà delle tue parole nel sottolineare l'importanza del contesto storico della vicenda, quel periodo di transizione graduale e non semplice tra il pensiero totalitario ed il pensiero democratico. Un saluto,
Paolo.
Grazie del passaggio Paolo. In effetti uno dei pregi del cinema è quello d'indurci ad indagare anche il contesto storico-sociale delle vicende. Poi il grado di approfondimento dipende dalla curiosità di ognuno. Un saluto.
Mi fa molto piacere leggere questa tua bella recensione che condivide con me il giudizio molto positivo su questa ottima pellicola (una delle gradite sorprese di fine 2015 che meriterebbe davvero maggiore visibilità e successo di quanto invece gli viene riservato anche a causa di una distribuzione a dir poco criminale)
Ciao Valerio. Confermo la complessiva sensazione di ottimo film...come dire...appagante, che non ti fa rimpiangere il costo del biglietto d'ingresso. Fortunatamente a Treviso esiste ancora un piccolo cinema che fa un minimo di selezione delle pellicole e quindi appena l'ho visto in programmazione ci sono andato (per altro la sera di Capodanno). Poi avevo visto il tuo giudizio e stamani ho letto anche la tua ottima e puntuale recensione. Ora aspetto l'uscita home video e di sicuro, in seconda visione, avrò solo conferme. Un saluto
Il film è decisamente apprezzabile, non manca di ritmo e di tensione anche se il ricorrente paragone con la serie True detective lo sminuirebbe alquanto. L'unica debolezza che ho riscontrato é il mancato approfondimento riguardo la figura del detective più vecchio. Si lascia intendere troppo il suo passato discutibile senza che si applichi in modo netto e magari altrettanto contrastante una linea morale e di comportamento (questa volta al servizio del bene, della verità ) che metta un po in crisi lo spettatore. Ciao.
Ciao Fabrizio. Sicuramente l'approfondimento psicologico di tutti i protagonisti non è stato ( a mio parere volutamente) "svolto" dal regista ma, per quanto riguarda il poliziotto anziano, alcuni elementi non mancano. La sua evidente malattia, l'oscura predizione della veggente, quell'uccello in camera che evoca qualcosa di sinistro e l'evidente stile di vita alquanto leggero del soggetto ne evidenziano un quadro di fine imminente. La sua dedizione alla soluzione del caso sembra quasi una sorta di ricerca di redenzione a fronte di un passato sicuramente non cristallino. Non è certo un'analisi psicologica ma un giudizio morale si. Ti ringrazio del commento. A presto.
Grazie Nico per aver proposto una pellicola cosi' poco visibile e poco distribuita,come ha ricordato Valerio,ma a noi non sfugge..... e coinvolge come hai ricordato tu all'interno del commento.
...certo che no! a noi non sfugge! ed è proprio grazie a questo sito e alla competenza di tanti utenti che sto scoprendo tanto cinema "occulto". Dirò di più: man mano che mi inoltro in questo mondo comprendo la necessità di fare una selezione delle pellicole da vedere e lo scambio di impressioni tra gli utenti diventa fondamentale. Grazie Ezio e ciao.
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