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La isla minima

Regia di Alberto Rodriguez vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La isla minima

di axe
7 stelle

Inizio anni '80, Andalusia. In un piccolo centro di un territorio a vocazione agricola, giungono due investigatori, al fine di indagare circa la scomparsa di due ragazze del posto, le quali poco dopo sono ritrovate cadaveri. I detectives, Pedro e Juan, nonostante le forti differenze caratteriali, procedono con decisione nella loro attività, resa non facile dalla scarsa collaborazione degli abitanti del luogo. Il regista sivigliano Alberto Rodriguez dirige un poliziesco dalle atmosfere thriller, dotandolo di una valida ricostruzione del contesto sociale entro il quale si muovono i personaggi. Da pochi anni, in virtù della morte del Caudillo si è chiusa la parentesi assolutista di Francisco Franco; in Spagna è in corso una lenta transizione alla democrazia. Ma il recente passato fa sentire tutta la sua influenza; sia nei rapporti tra imprenditoria e lavoratori, ancora molto squilibrati a favore della prima; sia nel modus operandi degli agenti, spesso aggressivi, e non solo con le parole; sia nel clima sociale. Ciò che può apparire sconveniente agli occhi dei concittadini e delle istituzioni è nascosto, sussurrato, trasmesso per "sottointesi". La compressione delle libertà nella sfera pubblica spinge le persone a cercare soddisfazioni nel privato; pulsioni ed istinti trovano sfogo nel complice silenzio della collettività, i cui membri esprimono a più riprese un indefinito desiderio di andar via o trovarsi altrove. La sceneggiatura ricostruisce un'indagine d'impostazione classica. Gli investigatori prendono confidenza con il territorio e le autorità locali, ascoltano testimoni, ricostruiscono - nella reticenza generale - la rete di rapporti, anche morbosi, tra le persone coinvolte nella vicenda. L'omicidio delle due ragazze conduce ad un precedente fatto di sangue, pertanto gli inquirenti si mettono sulle tracce di un assassino seriale, che viene infine scoperto, nonostante la protezione offerta da altri membri della comunità locale. La soluzione del caso non dissipa comunque le nubi che incombono sul soffocante contesto sociale rappresentato, nel quale nessuno si salva. I due protagonisti entrano spesso in conflitto tra loro; il più giovane ed esuberante Pedro (Raul Arevalo) è tenuto a freno da Juan (Javier Gutierrez Alvarez), il quale, a dispetto di modi meno aggressivi, nasconde un ingombrante passato di aguzzino al servizio della polizia politica del regime di Franco. Un giornalista d'inchiesta offre il proprio aiuto in cambio di foto scabrose rappresentanti l'autopsia delle vittime, evidentemente l'unico strumento a sua disposizione per racimolare qualche soldo. Non si contano gli "scheletri nell'armadio" degli abitanti del luogo; tra essi c'è chi pratica bracconaggio, traffica droga, plagia esseri umani più fragili. Il racconto è ambientato nell'area della foce del fiume Guadalquivir, tra le case scalcinate di un villaggio e campagne in parte desertificate. La sceneggiatura non è avara di sequenze e dettagli macabri sulla morte delle ragazze. La tensione è notevole; si ha l'impressione che la morbosità dell'ambiente "contagi" gli stessi investigatori, intralciati da occasionale dissenso reciproco e difficoltà interiori, e, nonostante il colpevole, infine, paghi, non è fatta una completa giustizia. Un buon film di un regista che ho conosciuto per la direzione del poliziesco d'azione "Unit 7"; unisce ad un classico racconto poliziesco un'evocativa, e non certo ottimistica, ricostruzione di un contesto sociale strettamente legato ad un particolarissimo periodo della storia spagnola.

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