Regia di Richard Loncraine vedi scheda film
Un film bellissimo, semplice ma molto diretto nel parlare al cuore dello spettatore, stabilendo fin da subito una comunicazione basata sulla empatia coi due protagonisti. E per me è stata empatia davvero. Al punto che lo sfondo del racconto -un quartiere popoloso di New York- è talmente ben sviluppato (anche nei dettagli) che posso dire che mi sembra quasi di averci vissuto (per 92 minuti) in quelle strade e in quelle case. Certo, loro sono americani e dunque alquanto diversi da noi europei, ma la "base" dei sentimenti umani è la stessa a tutte le latitudini. Già mi sembra di sentire le voci dei detrattori, che non ho problemi a riportare: "vabbè ma questi non fanno che straparlare e cazzeggiano soltanto dall'inizio alla fine". Lo ammetto, è un film molto parlato ma è proprio questa "chiacchiera" che fa simpatia e ti permette di famigliarizzare coi due personaggi. E poi, c'è questo stile (molto teatrale e -appunto- molto parlato) che riconduce a certe atmosfere decisamente alla Woody Allen. Non è proprio comicità, direi umorismo (misto a malinconia, molto spesso) ma un umorismo amabilissimo che rende Ruth & Alex due persone ADORABILI, che ti sembra di averle conosciute sul serio. A conferma di quanto il film sia stato scritto con amore, troviamo dei dialoghi brillantissimi, assai curati e spesso effervescenti. Ma tutto questa cura fa sì che il film sia destinato esclusivamente ad un target di adulti, i ragazzini si annoiano con le parole, loro richiedono "azione". Allora, abbiamo questa coppia di anziani che vivono da 40 anni nello stesso appartamento a New York. Per via di quei meccanismi immobiliari che si possono intuire, la loro abitazione sale di prezzo perchè il loro quartiere diviene popolatissimo di giovani managers, hipster, e fighettume vario. Così, tramite una loro parente che fa l'agente di immobili, cominciano a darsi da fare per vendere l'appartamento (dato il momento vantaggioso) e al tempo stesso pensano a cercarne un altro nel quale stabilirsi. E da qui (è l'inizio del film) inizia una girandola di situazioni e personaggi che è difficile adesso qui sintetizzare. Diciamo solo che queste travagliatissime operazioni di compra-vendita diventano un pretesto per i due coniugi per guardarsi "dentro", per capire (traendo esperienza dai flashback del loro passato di giovani sposi) cosa vogliono fare degli anni (probabilmente non tantissimi) che li aspettano. E capiscono tante cose, prima fra tutte l'idiozia della gente, la loro superficialità, il loro annaspare nella inconsapevolezza, la loro fretta di "concludere" affari spesso non necessari. E loro due, assieme alla loro cagnolina acciaccata Dorothy, osservano questo cosmo frenetico in cui riescono a ritagliarsi uno spazio di SERENITA'. Film che mi richiama parole abusate (ma qui davvero necessarie): chicca, gioiello, delizia. E sarebbe impietoso oltre che scorretto ricondurlo alla categoria dei "film per signore": io non sono certo una signora ma il film l'ho trovato godibile al 100%. Una pellicola che avrà vita breve, compressa a forza tra dinosauri che hanno rotto il caxxo, commediacce vanzinesche, e horror da paccottiglia estiva (per non parlare degli orsetti scorreggioni). Il cast è incentrato (in un contesto pieno di personaggi interpretati da efficaci caratteristi) su due attori che si muovono da Giganti, offrendo due prove veramente sublimi. Sia Morgan Freeman che Diane Keaton sono meravigliosi e gareggiano in bravura. Ed è impossibile stabilire chi vinca questo ipotetico duello. Ma non è importante, quello che conta è che lo spettatore si diverte ed esce dalla sala con un sorriso inequivocabilmente appagato. Un delizioso antidoto al cinismo furbo di tanto cinema contemporaneo.
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