Regia di Osvaldo Civirani vedi scheda film
Penultimo lavoro di Civirani, valido regista che ha saputo spaziare all'interno dei generi a partire dal 1963 (esordendo con Sexy proibitissimo) sino al 1976 (chiudendo la carriera con La ragazza dalla pelle di corallo). Il pavone nero, circolato in doppia versione (soft e hard), è un film modesto ma significativo se inquadrato al periodo storico.
Un ingegnere italiano (Chris Avram), al seguito della moglie (Karin Schubert), si ritrova a Santo Domingo per supervisionare la realizzazione di una diga, in sostituzione di un collaboratore tedesco misteriosamente scomparso. La coppia si trova presto coinvolta in misteriosi rituali voodoo compiuti da Balaga (Don Powell), un capo-religioso haitiano contrario ai lavori.
Esotico, erotico e un tantino psichedelico -sviluppato da Osvaldo Civirani partendo da un soggetto di Tito Carpi- che percorre lo stesso plot narrativo de Il dio serpente (Piero Vivarelli, 1970). Un soggetto che verrà, in seguito, nuovamente ripreso da Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) nel migliore esemplare del lotto: Orgasmo nero (1980). Qualche interessante ripresa, la scenografia naturale e una manciata di inserti hard non sono però sufficienti a rendere il film memorabile. È circolato in doppia versione, con quella più audace (nota come Voodoo sexy) "potenziata" dall'inserimento di una scena spinta, girata dallo stesso Civirani. È da precisare però che coinvolta nella sequenza porno non è Karin Schubert, che solo in seguito, di lì a qualche anno, sarà destinata a diventare regina delle luci rosse.
Il pavone nero, benché girato in massima economia e privo di una sceneggiatura particolarmente elaborata, non è così brutto come descritto un po' ovunque. Anzitutto Civirani (all'inizio della carriera fotografo di scena sui set di Visconti e Germi) dimostra di possedere una buona padronanza del mezzo, avendo in precedenza diretto una ventina di film (un paio di western, alcuni con Franco e Ciccio e addirittura uno con Ric e Gian); inoltre -collocato nel contesto di metà Anni '70- Il pavone nero assume un valore storico, proprio per il suo essere film ambiguamente sulla soglia dell'hard. Uno, dei tanti, tentativi pionieristici (spesso girati a Santo Domingo) orientato ad infrangere il tabù del sesso filmabile, finendo per offrire al pubblico pochi inserti espliciti funzionali alla storia, ma secondari alla struttura "di genere" del film.
Curiosità
L'ingegnere Marco (Chris Avram) è doppiato da Michele Kalamera, celebre alter ego vocale di Martin Landau in Spazio 1999.
"L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi." (Kahlil Gibran)
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