Regia di Thomas Cailley vedi scheda film
Arnaud ha rilevato con il fratello maggiore (interpretato dallo stesso regista, Thomas Cailley) l’attività di falegname del padre appena scomparso. Poi conosce Madeleine, una tosta che sogna di arruolarsi nell’esercito, nuota con zavorre capaci di demolire un cavallo e beve frullati di sardine. Per non perderla, Arnaud la segue al campus estivo dell’Armée de terre, mentre tutt’intorno spira il vento dell’apocalisse. Sorprendente opera prima francese, romanzo di formazione sentimentale in un contesto che lentamente si disgrega, tra massimi sistemi (come salvarsi da un’eventuale ecatombe ecologica?) e contingenze legate alla Francia di oggi, dove non si capisce chi sia straniero e i giovani partono senza troppe speranze verso il Canada (o si arruolano, appunto). Non, però, un film a tema, anzi tutt’altro. Lo sguardo dell’autore si concentra sulla fisicità contraddittoria (prima si picchiano, poi si amano) di Arnaud e Madeleine (formidabili Adèle Haenel e Kévin Azaïs), questi “combattants” che sarebbe banale definire “senza causa”, perché investono emozioni e energia vitale nella sopravvivenza. In Europa, oggi, riescono a scappare e a vivere selvaggiamente per un po’, e bisognerebbe riflettere sul fatto che in un film coevo, Vie sauvage di Cédric Kahn, accade la stessa cosa a un padre e ai suoi due bambini. Il ritorno allo stato di natura come futura resistenza, mentre tutt’intorno il mondo brucia.
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