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Spionaggio internazionale

Regia di Sheldon Reynolds vedi scheda film

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La recensione su Spionaggio internazionale

di zombi
8 stelle

letta alla critica ero preparato ad una cosetta, ma con il nome di robert mitchum a caratteri cubitali non m'importava un granchè. invece poi alla fine, mi è anche piaciuto. l'ho trovato gradevole e movimentato, con un mitchum disorientato, ma dentro al ruolo e quindi giustamente disorientato, poichè capirci qualcosa non era così facile. siamo sulla costa azzurra e un uomo raccoglie una rosa e la depone in un vaso insieme ad altri fiori. va in biblioteca e salito sulla scala a cercare un libro ha un malore. stacco e siamo con l'uomo più bello al mondo anche se in pratica aveva sempre i pantaloni ascellari alla fantozzi(purtroppo andavano così), che sta acquistando un biglietto aereo a nome del suo datore di lavoro; il signor danemore. da quando esce dall'agenzia e torna a casa e vi trova danemore esalante gli ultimi respiri, per dave bishop(questo il nome di mitchum nel film)comincia una montagna russa che non avrà fine con i titoli di coda. tutti a partire dalla moglie gli chiederanno se prima di morire danemore ha pronunciato qualche parola. ma se nel caso della moglie può essere plausibile, alla terza o quarta domanda estranea alla famiglia comincia ad essere sospettoso. poi le conseguenze della morte del filantropo cominciano a farsi sentire anche all'estero, a vienna, dove un notaio richiede espressamente un certificato di morte naturale per non aprire un plico consegnato da danemore ben otto anni prima, e cioè un anno prima che sposasse "l'inconosolabile" mogliettina e che assumesse bishop come segretario personale. non si può raccontare oltre per non rovinare un colpo di scena che si scopre lentamente nel corso dello svolgimento del film e che si realizza mentre lo realizza bishop in giro per l'europa, fotografato con i colori accesi del sole della costa azzurra o con le ombre magrittiane delle strade malfamate di vienna. il lato femminile è ben rappresentato da due bellezze non canoniche e per questo ancora più appreazzate: la rossa conturbante di genevieve page e la bionda nordica di ingrid thulin(ma qui scritta tulean). bishop è in perenne pericolo di vita, ma questa non sembra sconvolgerlo più di tanto... il suo ruolo di segretario personale dotato del fisico di mitchum, poteva far desistere più di una persona dall'alzare la voce o peggio. affronta le molteplici (dis)avventure a cui va a sbattere contro, con la medesima aria con cui intima alla fresca vedova di vestirsi di nero per l'occasione: "sarà questione di qualche giorno". scambiato per disorientamento anche dell'attore è invece valore aggiunto di un film che intrattiene e affascina, come sapevano affascinare probabilmente le platee dell'epoca, l'ambigua esplosività rosso fuoco della page di certo non bella come una hayworth, ma capace di scatenare le fantasie peggiori o la bionda freddezza spigolosa della thulin sensuale e apprensiva per la sorte dell'uomo  di cui si è perdutamente innamorata(e come darle torto)e per la immancabile(per fortuna) scena in cui robert si toglie la camicia per rinfrescarsi e mostra il petto per cercare di cammuffare il ventre rigonfio di alcolici.... e come si fa a non cadere ai sui piedi!!!!

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