Regia di Abderrahmane Sissako vedi scheda film
Ha una forza notevole nel rappresentare cosa significa l'irruzione degli integralisti in un villaggio, la loro sopraffazione, la violenza arrivata da un altro mondo, estranea alla cultura locale. Poi però i pregi del film si fermano qui. Il regista non è minimamente interessato a raccontarci una situazione che pure aveva impostato piuttosto bene. La complessità del narratore non fa per lui, preferisce il senso unico della dimostrazione simbolica. I personaggi non esistono di per sé, sono solo rappresentazioni di un teorema. L'imam locale non è, ma rappresenta l'islam moderato. Ogni personaggio, ogni vicenda, sta nel film non per raccontare qualcosa in modo complesso, ma per incarnare un concetto a senso unico. La partita di calcio senza pallone è una delle cose più imbarazzanti viste ultimamente, sia per la sua pesantezza simbolica sia come greve ricatto retorico. Non sono sicuro di aver capito perché abbia inserito anche la "strega", ma anche quella mi pare stia lì come riferimento a un tipo di cultura da inserire nello scacchiere. E' un film costruito in modo didattico, dimostrativo, per di più con tocchi estetizzanti e momenti faticosi perché dobbiamo star lì fermi a subire qualcosa che abbiamo già capito ma deve avere tempi dilatati per risultare retoricamente più efficace. Peccato, la ferocia anche visiva di moto e fuoristrada negli spazi desertici aveva una forza che poteva essere sfruttata altrimenti: purtroppo, il regista vuol solo farci una scontata lezioncina come si usava nel cinema di decenni fa. Ma io non vado al cinema per sentirmi ripetere ciò che già condivido.
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