Regia di Ruben Östlund vedi scheda film
Una valanga "controllata", che sfugge alle leggi dell'uomo e sfiora una famiglia ampiamente "controllata", facendo piovere neve e oscurità sulla loro (presunta) serenità, spezzando la fragile catena della fiducia e degli affetti. Quando il sole tornerà a far splendere i colori delle tute da sci e il magnifico panorama di un'amena località turistica delle Alpi francesi, nulla sarà più come prima. Lo svedese Ostlund ci porta in un "Carnage" di polanskiana memoria, ma meno feroce e più riuscito, affilato e chirurgico, che solleva lentamente la pelle di questa famiglia tipicamente alto borghese, mostrandocene i nervi tesi e sensibili, che scintillano come cristalli di neve in una placida giornata di sole. Supportato da una splendida prova attoriale, la solita certezza della recitazione nordica, la sua è una disamina geometrica e implacabile della sottigliezza dei rapporti umani, prima che dell'amore, e delle loro infinitesimali vibrazioni agli eventi della vita. Spoglio e mai saturo, poco urlato, è un film dove gli ingranaggi, complessi, ruotano perfettamente e permettono al film di coinvolgere, almeno per buona parte della visione, perdendosi un poco in un finale multiplo e che arriva a chiudere il film dopo centoventi minuti, che potevano, probabilmente, essere ridotti. La visione la merita tutta, anche perché film così ne arrivano pochi nelle sale italiane, sempre più fagocitate da mediocrità o supereroi. Bello e da lasciar decantare.
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