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Forza maggiore

Regia di Ruben Östlund vedi scheda film

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La recensione su Forza maggiore

di Kurtisonic
6 stelle

Johannes Bah Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Vincent Wettergren, Clara Wettergren

Force Majeure (2014): Johannes Bah Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Vincent Wettergren, Clara Wettergren

Dopo essersi fatto notare a Cannes, passa sugli schermi del Tff il nordico Force majeure (Turist), ambientato nei paradisi artificiosi del benessere borghese, la settimana bianca in un bel complesso turistico di alta montagna. Gli eredi della cinematografia bergmaniana non solo dimostrano come tenere nel freezeer i sentimenti dell'individuo, ma che per scaldarli occorra un doloroso confronto e una nuova volontà tramutabile in una coscienza collettiva che neanche lo sviluppo avanzato di quei paesi sa più garantire. La classica famiglia composta da genitori giovani e belli con prole adeguata viene coinvolta in un evento quasi naturale che sconvolge i loro equilibri esistenziali che si rivelano assai fragili. Una enorme nube di neve polverizzata, conseguente ad una piccola valanga provocata artificialmente davanti al terrazzo del solarium li avvolge e il capofamiglia istintivamente cerca riparo trascurando gli altri. La ripresa della normalità sarà più traumatica dell'evento stesso. Non solo entrano in gioco le dinamiche relazionali di coppia e di ruolo all'interno della famiglia ma Turist cerca di mettere in discussione quella fragilità propria dell'essere umano che l'imprevedibilità di un evento naturale può turbare andando a minare le basi della coesistenza con i suoi simili e con il suo animo. Lontano e anche tanto dalle Scene di un matrimonio di Bergman, Turist strizza l’occhio ad un formalismo vicino alle produzioni Dogma, con qualche dialogo rallentato, qualche momento morto, lavorando sul proprio sconcerto di fronte all’altro e al modo in cui lo si osserva da un nuovo punto di vista. La “forza maggiore” che da il titolo originale non è tanto riferita alla reazione del protagonista maschile di fronte alla moglie, ma al dover cercare dentro di sé una spiegazione al suo modo di essere. Il regista Ostlund non lesina qualche battuta simpatica e qualche passaggio francamente inutile che però mantengono sempre teso il ritmo di qualcosa che deve in qualche modo rivelarsi. La natura sorniona sta a guardare dopo aver lanciato il suo grido di rivolta, ma l’uomo in una delle sue rappresentazioni peggiori, quella sfuggente anonima e superficiale del turista non trova spiegazioni al suo comportamento, ha perduto parole e sentimento per cercare dentro di sé la causa. La vicinanza con un amico dimostrerà la capacità maschile di comunicare e di mediare con i pari, mentre la protagonista femminile esacerberà la sua crisi sentendosi confinata nel ruolo più tradizionale della donna che non come libero soggetto che chiede ragione dell’altro. La scena finale ricuce tutto il senso del film ad un’immagine forte, mentre il gruppo dei turisti sarà impegnato in un’azione collettiva di solidarietà. Turist sottolinea lo smarrimento del singolo individuo non più capace di fronteggiare l’imprevedibilità e l’inconsueto. In un gruppo sociale omologato e condizionato dalla posizione all’interno della società, tutto appare già scritto e deciso quando qualcosa scombina ogni prospettiva minando la sicurezza. Non resta che riunirsi, tenersi per mano, in modo che ognuno dia qualcosa di sé per aiutare il prossimo altrimenti è la nevrosi, è lo scatto alienante a prevalere di fronte ad un mondo che non cresce, che non matura più.E la psicologia? Quella la lasciamo al maestro Bergman che è meglio… Candidato all’Oscar nella sezione film stranieri per la Svezia.

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