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Forza maggiore

Regia di Ruben Östlund vedi scheda film

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La recensione su Forza maggiore

di Gangs 87
8 stelle

Tomas ed Ebba, insieme ai figli Vera e Herry, decidono di staccare dalla routine e si concedono una vacanza sulle Alpi francesi. Durante un pranzo, una slavina invade la terrazza del ristorante dell’albergo in cui alloggiano. L’istinto di Tomas lo induce a scappare lasciando moglie e figli in balia di un probabile pericolo. Fortunatamente nessuno si fa male ma le conseguenze del suo gesto impatteranno sul rapporto fino ad allora costruito con ogni membro della sua famiglia.

 

Ruben Östlund elimina ogni elemento di disturbo, riduce i protagonisti al minimo indispensabile e oltre a servirsi di panorami mozzafiato, esaltati da un lavoro a dir poco eccellente di fotografia, concentra l’attenzione sulle dinamiche familiari, sul come un gesto, apparentemente istintivo ed effettivamente privo di conseguenze, possa essere estremizzato da chi lo subisce.

 

Ed è proprio partendo dalla percezione di quel gesto, dal modo in cui Tomas tenta di minimizzare a quello in cui invece Ebba lo analizza, scandagliandolo fino allo sfinimento, rendendo partecipe del suo dispiacere anche le persone che li circondano cercando comprensione e amplificando il suo vittimismo, che Östlund sviluppa una sceneggiatura lineare, composta e piacevole da seguire, nonostante l’argomento potrebbe sembrare ripetitivo, il modo in cui Östlund ce lo presenta crea nello spettatore un interesse crescente e genuino.

 

Anche l’associazione tra la solitudine dei protagonisti con quella dell’ambiente che li circonda è stimolante, tanto quanto il delicato ma esplicito modo in cui il regista decide di dimostrare la nullità dell’essere umano e dei suoi miseri problemi in confronto alla vastità che lo circonda; attraverso l’uso di lunghe sequenze di bianco (la neve che invade le Alpi) Östlund sembra non solo mostrarci il nulla quasi come fosse un monito a ridimensionarci di fronte alla sua magnificenza, ma il modo in cui lo fa, con quelle sequenze ipnotiche, sembra darci gli strumenti e il tempo di lasciarcelo assaporare, a tal punto che poi ti ci abitui, ti culli in quella tranquillità che riequilibra.

 

Un gioco delle parti che Ruben Östlund conduce con maestria in cui colui che guarda prima tende a giudicare Tomas e poi, quando Ebba gli punta continuamente contro il dito sia in privato sia in presenza e con il supporto di altre persone, finisci per patteggiare per lui, per sentire addosso tutto il peso del giudizio fino a comprendere il suo punto di vista e a sentirci solidali con il suo gesto.

 

Ruben Östlund dirige una pellicola delicata e interessante da guardare e analizzare e bellissima da osservare, che forse tende a dispiegare troppo i tempi di narrazione ma che si gusta piacevolmente.

 

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