Regia di Makoto Shinkai vedi scheda film
Esce per la prima volta nelle sale, anche se per un solo giorno, un film di Makoto Shinkai, tra i più quotati animatori giapponesi contemporanei: Il giardino della parole. A differenza del precedente omaggio a Miyazaki, Viaggio verso Agartha (da noi in dvd con un doppiaggio raccapricciante), si tratta di un melodramma puro, il genere più congeniale al regista. Uno studente, che sogna di diventare un creatore di scarpe, e una donna misteriosa si incontrano al parco in un giorno di pioggia. Condividono lo spazio coperto da una tettoia e nel silenzio si forma tra loro una sorta di intimità, suggellata da una poesia recitata dalla donna al momento di salutarsi. Nei mesi successivi, ogni giornata uggiosa sarà un’occasione perché i due si ritrovino al parco: i giorni nuvolosi diventano così quelli più attesi, mentre il sole si accompagna a una soffocante routine. L’abbandono alla malinconia e la tensione verso il cielo sono il tratto più caratteristico del cinema di Shinkai, che alterna lampi, nuvole, albe e tramonti ai dettagli degli oggetti quotidiani, in una poetica dai sentimenti delicati sempre a rischio di diventare stucchevole. Infatti, nonostante si tratti di un mediometraggio, il film scivola a volte nell’autocompiacimento. La proiezione, come è accaduto in Giappone, comprende il cortometraggio Someone’s Gaze, in cui, in un vicino futuro, la morte del gatto di casa riavvicina un padre e un figlio.
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