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Una spina nel cuore

Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film

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La recensione su Una spina nel cuore

di alan smithee
4 stelle
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
Guido è un bel ventenne che sfrutta la sua abilità nel giocare a poker, per farsi i soldi da utilizzare poi con le donne. Rimasto irretito alla vista della bionda coetanea Caterina, promessa ad un balordo sfigurato a causa di un incidente, il ragazzo prova a corteggiarla, cercando di puntare sulla propria sicurezza con la stessa faccia tosta con cui gli riesce bene il lavoro di baro a carte.
Ma dietro l'apparente ingenuità della ragazza, si cela un personaggio non meno privo di scrupoli o comunque non meno ingegnoso del nostro bulletto, in grado quanto meno di tenergli testa, almeno finché il destino beffardo ed avverso finisce per metterci lo zampino, fino ad un finale tragico e da cronaca nera.
Nell'ultimo lavoro per il grande schermo diretto da Alberto Lattuada, il noto regista sceglie di adattare un famoso romanzo omonimo di Piero Chiara, privilegiando le atmosfere un po' sopra le righe di un ambiente popolare e lacustre singolare, popolato di personaggi eccentrici, ognuno in qualche parte anche minimamente legato alla vicenda come un piccolo tassello di un puzzle destinato a chiarirsi verso l'epilogo.
Il vero punto debole della vicenda, che vanta invece di una scrupolosa ambientazione nei dintorni del lago D'Orta, sta nella scelta degli interpreti, bellissimi e di grande appeal nelle scene anche torride che li vedono l'uno avvinghiato sull'altra, ma acerbi e poco incisivi dal punto di vista delle doti interpretative, soprattutto per quel che riguarda Anthony Delon, sguardo languido da attore di soap, qui completamente fuori parte, ma che invece riuscirà a dar prova decisamente migliore nel successivo Cronaca di una morte annunciata, diretto l'anno successivo da Francesco Rosi.
Sophie Duez è splendida, dalla pelle vellutata e dal fisico mozzafiato, ma davvero un'aliena nel contesto di un'ambiente popolare in cui pare davvero una mosca bianca difficilmente integrabile in quel presepe di mediocrità e curiosità malsane.
Più consoni alla situazione, Leonardo Treviglio nel ruolo del fidanzato sfigurato ed impazzito di dolore, mentre in due ruoli di contorno notiamo il solido Gastone Moschin e Antonella Lualdi.
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