Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Attivo tra le fila della fila della nouvelle vague in veste di produttore di un autore come Eric Rohmer, lo svizzero Barbet Schoereder ha avuto il suo momento di gloria lavorando in progetti americani ("Barfly", "Il mistero Von Bulow") in cui in qualità di regista ha cercato di conciliare lo spirito autoctono di quelle storie con le prerogative di uno sguardo prettamente europeo. "Amnesia" in questo senso rappresenta il ritorno a un cinema più personale, e, aggiungiamo noi, alle strutture più classiche del cinema di finzione, con una storia che racconta l'incontro tra una donna in fuga dalla vita e un ragazzo che giunge a Ibiza nella speranza di intraprendere una carriera da dj. L'apparenza inganna così come gli sviluppi della trama che dapprima ci immergono in un'atmosfera da sogno, lasciando intendere una qualche tipo di liason tra i due protagonisti e poi, bruscamente, ci riporta alla realtà, inducendoci a riflettere sugli orrori del nazismo e sulla persecuzione antisemita che coinvolge in maniera diversa i due personaggi principali. L'irruzione della tragedia ebraica è tanto più forte quanto inaspettata, in un contesto come quello della costa balneare spagnola, normalmente legata a un immaginario di divertimento e libero svago, e che invece in questa occasione diventa un inedito luogo della memoria. L'importanza dei contenuti però, non può far passare in secondo piano le caratteristiche di una messinscena piattamente televisiva. Il titolo del film si riferisce al nome della famosa discoteca iberica e, allo stesso tempo, al fenomeno di rimozione, legato alla volontà di obliare gli orrori dell'olocausto.
(pubblicata su ondacinema.it/speciale 68 festival di Locarno)
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