Trama
La dottoressa Alice Howland è una rinomata docente di neuroscienze alla Columbia University. Felicemente sposata e madre di tre figli, Alice non presta molta attenzione alle piccole cose che le sfuggono di mente fino al giorno in cui, perdendosi nel suo quartiere, si rende conto che le sta accadendo qualcosa di terribilmente sbagliato. Ciò sarà solo l'inizio di una lunga lotta contro una precoce forma di morbo di Alzheimer, una battaglia che dovrà affrontare per continuare ad essere la Alice di sempre.
Approfondimento
STILL ALICE: PERDERSI PER IL MORBO DI ALZHEIMER
Diretto e sceneggiato da Richard Glatzer e Wash Westmoreland, Still Alice è l'adattamento del romanzo Perdersi di Lisa Genova e racconta la storia della cinquantenne Alice Howland alle prese con una forma precoce del morbo di Alzheimer. Insegnante di linguistica alla Columbia University, sposata al devoto marito John e madre di tre amorevoli figli, Alice comincia ad avvertire i primi sintomi di una malattia che non le lascia scampo. Dopo aver trascorso del tempo con la figlia Lydia (attrice nonostante la diversa volontà della madre), Alice è appena rientrata a New York quando quelli che crede i disturbi di un tumore al cervello si rivelano - forse in modo ancora più inquietante - i segni di un morbo che, ereditato geneticamente, potrebbe passare al 50% anche ai suoi figli. Costretta a fare i conti con una malattia che non riesce ad accettare e che inevitabilmente ha drastiche conseguenze nella sua esistenza, Alice prenderà una decisione drastica che influenzerà radicalmente il suo futuro.
Fotografato da Denis Lenoir, con le scenografie di Tommaso Ortino e i costumi di Stacey Battat, Still Alice conta sull'interpretazione di Julianne Moore (Alice), Alec Baldwin (il marito John) e Kristen Stewart (la figlia Lydia) ed è così raccontato da Wash Westmoreland, uno dei due registi: «Richard ed io (compagni nella vita) abbiamo ricevuto una telefonata nel dicembre 2011 dal duo di produttori Lex Lutzus e James Brown, che ci chiedevano di dare un'occhiata a un romanzo per un adattamento. Trattavasi di normale routine che vivono i registi ma, sentendo il soggetto del romanzo, abbiamo preso una pausa. La trama che ci hanno annunciato riguardava una giovane donne che nel fiore degli anni apprende di essere colpita da Alzheimer e il film avrebbe dunque trattato di malattia, tristezza e perdita. E il che ci riguardava abbastanza da vicino.
All'inizio del 2011, infatti, Richard si era recato da un neurologo di Los Angeles a causa di alcuni lievi disturbi del linguaggio. Il medico, dopo aver osservatogli bocca e lingua, paventò una diagnosi di Sla. E la lettura di Perdersi di Lisa Genova sin dai primi capitoli aveva dei punti in comune con la nostra esperienza. Il neurologo in cui Alice si reca di fatto le pone le stesse domande che Richard aveva sentito durante i suoi primi controlli, quando sospettava di un ictus. Ci siamo chiesti, dunque, se era il caso di lavorare all'adattamento.
L'Alzheimer e la Sla sono ovviamente malattie molto differenti. La prima intacca il sistema cognitivo lasciando intatto quello fisico, la seconda invece attacca il corpo e non mina la mente. Tuttavia, hanno molti elementi in comune: sono entrambe terminali e incurabili e hanno l'effetto di isolare il paziente dal mondo. Cosa più importante, entrambe le malattie erodono il senso di identità e rendono vitale l'aggrapparsi solo a se stessi. Siamo stati in breve tempo risucchiati da Perdersi e dal modo, onesto e schietto, in cui Lisa Genova scrive dell'Alzheimer e, procedendo nella lettura, abbiamo capito che anche Still Alice, il nostro film, avrebbe dovuto essere avvincente e avere lo stesso tono fresco e diretto. Perdersi esamina nel dettaglio l'impatto quotidiano che la perdita di memoria ha sulla vita professionale di Alice, su quella sociale e sulle sue abitudini... e poi ci sono le dinamiche familiari...
"Hai mai visto Viaggio a Tokyo?", ha chiesto Richard con un messaggio a Kristen Stewart. "No, ma lo farò", rispose lei. Il capolavoro di Ozu del 1953 è uno dei nostri film preferiti. L'ho visto la prima volta mentre ero studente alla Fukuoka University in Giappone mentre Richard ne ha inserito un importante citazione nel suo primo lungometraggio del 1993. Viaggio a Tokyo, vincendo ogni sentimentalismo, guadagna un forte potere emozionale nella moderazione e ha una visione universale di come le famiglie si comportano di fronte alla malattia o alla vecchiaia. Alice ci ricorda i protagonisti di Viaggio a Tokyo con la sua tenacia e la sua caparbietà.
Non so esattamente in quale parte della storia di Perdersi abbiamo immaginato Alice con i capelli rossi al posto dei suoi capelli ricci scuri. Il dettaglio, però, ci ha fatto subito pensare a Julianne Moore per il ruolo. Solo Julianne poteva essere in grado di coniugare sullo schermo l'intelligenza e la complessità di una professoressa di linguistica con la vulnerabilità e la semplicità delle fasi successive: è una delle migliori attrici del pianeta. In passato, avevamo tentato di convincerla a prendere parte a un altro progetto ma non si lasciò convincere. Per Still Alice, dopo uno o due giorni dalla proposta, ci rispose subito di sì».
Note
L’anticonvenzionalità di Still Alice - che altrimenti s’installerebbe nel collaudato genere di film sulla malattia - sta nel non mollare mai la sua protagonista (Julianne Moore), indagandone le reazioni, tentando di forzare la sua mente in dissolvimento, inseguendone l’orrore della consapevolezza prima, e poi l’inesorabile affievolirsi della luce del ricordo dagli occhi, dalla pelle, dal corpo. Per quanto senza guizzi d’originalità registica o di scrittura, Still Alice sa corrispondere in modo quieto e composto, discreto e pudico, alla terrificante patologia che racconta, fatta di silenzi e vuoti, qualcosa che ci abbandona senza far rumore e senza lasciare alcuna rassicurante scia di speranza.
Trailer
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- Miglior attrice protagonista a Julianne Moore al Premi Oscar 2015
Commenti (11) vedi tutti
Film drammatico, con un tema molto attuale. Regia e cast di un buon livello. Coinvolge lo spettatore ma lo sconvolge anche! Una realtà che può capitare a tutti. Da vedere, Voto 7
commento di nicelady55Julianne Moore da Oscar
leggi la recensione completa di claudio1959...."è meglio avere un cancro che l'Alzehimer", cosi recita nel film la protagonista, Julianne Moore. Un film molto triste, te ne accorgi piano piano...fino alla fine, mano a mano con la protagonista. voto 7
commento di ivcaviccVeramente un film ben fatto , non trovo affatto che sia un film strappalacrime come lo descrivono alcuni, questi tipi di film sono la descrizione di situazioni reali e molto serie. L’interpretazione è stata molto buona da parte di tutti, il finale è straziante
commento di Utente rimosso (arwen88)Classico Film strappa-Lacrime nonostante il Tema Medico sia importante e le buone Interpretazioni,non convince del tutto.voto.5.
commento di chribio1Grande interpretazione della Moore, ma il film è un po' troppo strappalacrime. Voto 6 per me.
commento di ssiboni6/7 voto oggettivo/soggettivo
commento di paolofefeUn film sulla morte durante la vita, non alla fine, un film sulla " Malattia della Doppia Morte". Inesorabile.
commento di blualberto1966Film commovente e fatto abbastanza bene. Un po' triste perché la nostra memoria siamo noi e perderla significa morire un po' per giorno come sta accadendo a mio padre. Per questo l'ho voluto vedere.
commento di Artemisia1593Film toccante su una donna di successo, ricercatrice e docente che vede la propria intelligenza svanire un po' alla volta a causa di una forma rara di Alzehimer. A volte un po' melenso, ma lei è molto brava.
commento di ENNAHAngosciante e relistico
leggi la recensione completa di Furetto60