Regia di Duke Johnson, Charlie Kaufman vedi scheda film
Michael, scrittore di libri motivazionali, va a Cincinnati per tenere una conferenza. In albergo incontra per caso Lisa, sua lettrice, e ha una notte di sesso con lei. Tutto sembra cambiare per Michael, che in Lisa vede la prima persona differente dalle altre, a partire dalla voce.
Charlie Kaufman arriva all'attesissima seconda regia - condivisa con il regista di animazione Duke Johnson - con un buon cumulo di idee disordinate, ma efficaci; purtroppo però in Anomalisa non sembra averle disposte in maniera sufficientemente convincente. Già sceneggiatore di opere acclamate quali Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci ti cancello, Kaufman mette qui in scena l'ennesima storia di disagio interiore e scissione psicofisica, con un protagonista insomma che vive l'angoscia della propria situazione parallelamente sul piano mentale e su quello corporeo. L'idea fondamentale del film è che il vero amore consista nel riconoscere la persona differente da tutte le altre: una vera banalità, fosse tutto qui; il colpo di genio sta nello scegliere l'animazione in computer grafica come mezzo per la rappresentazione di tale teorema: in tal modo infatti si risolvono facilmente due problemi allo stesso tempo, cioè la difficoltà (impossibilità?) di casting 'umano' (trovare tanti interpreti profondamente simili) e la definizione dei singoli personaggi (basta cambiare vestiti e parrucche, i personaggi rimangono tutti identici nei tratti somatici). Di necessità, doppiamente virtù; forse però Kaufman focalizza eccessivamente la narrazione sul suo protagonista, cosa che può essere indispensabile per la trama, ma che in un'ora e mezza finisce per stancare: di Michael Stone sappiamo in effetti poco, nonostante peraltro compaia in scena spesso da solo. Allo stesso modo il finale appare un po' vago. I sette anni di attesa dal precedente lavoro da regista di cinema, Synecdoche, New York (2008), non sembrano essere stati ripagati da questo Anomalisa. 4/10.
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