Regia di Martin Donan vedi scheda film
Il Libano è teatro della lotta all'ultimo sangue e all'ultima astuzia fra spie russe e americane; il tesoro conteso fra le due parti sono alcuni preziosissimi microfilm.
Dietro lo pseudonimo di Martin Donan (unicum nella sua carriera) si cela Luciano Martino, già piuttosto noto come sceneggiatore e alle prime armi in ruoli di produzione; proprio come produttore acquisirà la maggiore celebrità nel nostro cinema. Qui è al suo esordio dietro la macchina da presa, dove invece non lavorerà spesso (al contrario del fratello Sergio). Le spie uccidono a Beirut altro non è se non lo scopiazzamento di alcuni luoghi comuni del genere spy story, chiaramente tentando di inserirsi nella scia del successo di James Bond 007; nella sceneggiatura firmata da Julian Berry l'azione non manca, c'è ovviamente il risvolto sentimentale, ma abbonda anche la leggerezza, con qualche battutina in più della media per un film di spionaggio, cosa che comunque non guasta nel complesso. Julian Berry, veniamo ora a lui: scritto così dovrebbe essere Ernesto Gastaldi, che già aveva sfruttato tale nome d'arte negli anni precedenti; eppure potrebbe anche trattarsi proprio di Sergio Martino, segnalato come Julian Barry (!) sia su Imdb.it che Wikipedia (ma effettivamente il 25enne fratello del regista non aveva ancora debuttato come sceneggiatore). Di più è difficile dire, ci si attenga solo alla titolazione d'apertura, che cita Berry, con la E. Richard Harrison, Luciano Pigozzi, Dominique Boschero, Wandisa Guida sono i nomi dei principali interpreti: discrete seconde linee; colonna sonora adeguata di Carlo Savina. 2,5/10.
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