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Bodybuilder

Regia di Roschdy Zem vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Bodybuilder

di alan smithee
6 stelle

La vita di espedienti di un ragazzo cresciuto senza validi pilastri formativi, e quella tutta organizzata, meditata, costruita, di un anziano bodybuilder che tenta il rilancio di una carriera ormai tramontata. Sono padre e figlio, uniti da un destino che tenderà a ricongiungerli nonostante le chilometriche distanze caratteriali che li separano.

Il rapporto padre-figlio diviene nel penultimo film del regista del recente Mister Chocolat, Roschdy Zem, il rapporto di partenza per ricominciare da una parte una nuova vita, e dall'altra per riassaporare il desiderio di combattere per un titolo ed una nuova tardiva affermazione di un tempo che ormai sembra passato alla storia.

Se il ventenne un pò tossico Antoine è destinato a fare una brutta fine, sempre proteso a cercare lavoretti truffaldini e con i creditori alle calcagna che lo suonano come un tamburo, per Vincent, ex campione di body building e ora titolare un pò ombroso di una palestra avviata ma che non naviga nell'oro, il ritorno alle gare costituisce, all'età di cinquantotto anni suonati, una sfida che lo riporta alle emozioni e all'adrenalina di un tempo; suo riferimento specifico Swarzy, che scorgiamo ripetutamente in alcuni video anno '70 ove il futuro attore mostra con orgoglio il suo fisico plastico e tatticamente modificato da dio dell'Olimpo.

I due, riunitisi dopo che la vita li ha separati in seguito ad una separazione avvenuta alla nascita del ragazzo, si tollerano appena: il ragazzo non riesce a capacitarsi della vita organizzata e metodica del padre, tutto dedito all'allenamento, al sacrificio, a misurarsi il mangiare, a ingerire sostanze utili allo sviluppo della massa muscolare; il padre invece non capisce l'indolenza che muove il figlio, e lo spinge a intraprendere sempre la via più breve pur di ottenere tutto e subito senza applicarsi o sostenere sacrifici.

Il confronto tra i due, serrato, a tratti drammatico, sarà utile ad entrambi per cercare di far riflettere ognuno dei due, da una parte dell'inutilità dei compromessi utilizzati fino a quel momento per campare, e dall'altro a non poggiarsi unicamente sulle illusorie speranze di vincita di un concorso tutto impostato sulla costruzione posticcia e su un edonismo sfrontato e molto fine a se stesso.

Il film, in cui apprezziamo in particolare lo sforzo interpretativo del bravo e giovane Vincent Rottiers (visto recentemente anche in Nocturama), si avvale, in parti minori ma potenti, di attori noti come Nicolas Duvachelle (è il fratello saggio e "pulito" di Antoine) e Marina Fois, la eccentrica e fulva compagna del muscolare e tetro Vincent.

Un confronto generazionale che ha almeno il pregio di non crogiolarsi in sentimentalismi facinorosi ed estenuanti, restando legato alla realtà dei fatti e alla drammaticità della vita di strada.

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