Regia di Roschdy Zem vedi scheda film
Il body building come metafora di vita. Un filo sottile e quasi invisibile che lega un padre al proprio figlio dopo anni di lontananza.
Zem descrive il rapporto logoro fra padre e figlio, cercando di ricucirne i pezzi attraverso l'avvicinamento , non necessariamente la comprensione. Per una volta tanto un cinema dove è il figlio a cercare il padre ( non viceversa), entrando in punta di piedi nel mondo del genitore.
Allenamento intenso, dieta ferrea, disciplina. Tutto il resto non conta, bisogna ricostruire la propria autostima distrutta dalla vita, pazienza se c'è un figlio di mezzo.
Evitando la retorica il regista racconta questo processo di ricongiunzione che avviene quasi inconsapevolmente fra i due, come fosse una gentil concessione del body building fatta verso chi tanto gli ha dato. Un po' grezzo nel delineare i profili dei protagonisti, il film ha la compostezza giusta ed una discreta verve, specie nell'epilogo, avendo comunque il merito di toccare una sfera insolita e poco abusata come il mondo del fitness al cinema in maniera non del tutto riuscita ma neanche banale. Un must per gli amanti del sollevamento pesi.
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