Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
Opposti estremismi in conflitto. Da una parte i difensori della coppia; dall'altra, quelli della solitudine sentimentale e degli individui destinati, per loro natura, a vivere come monadi. In un futuro distopico ambientato non si sa dove né quando, David (Farrel) ha 45 giorni per trovare un'anima gemella, pena la sua trasformazione in un animale a sua scelta, l'aragosta del titolo, appunto. Riuscito a fuggire dall'albergo che ospita i single "disobbedienti", mandati a cacciare i solitari nel bosco, David si unisce a un drappolo di resistenti guidati da una donna (Seydoux), convinta sostenitrice della necessità di rimanere single. Quando l'uomo si innamora di una delle solitarie (Weisz) finisce con lo sparigliare le carte.
Il greco Yorgos Lanthimos, di stanza tra Irlanda e Inghilterra da qualche tempo, "riflette sull'atrofizzazione dei sentimenti" (Gervasini), proponendo un'opera allegorica a fortissima caratura simbolica, nella quale spinge con forza sul pedale del grottesco. Il registro è algido e straniante, la colonna sonora ridotta agli stessi, pochissimi accordi (di Shostakovich), il ritmo lento (o lentissimo), la messa in scena scarna e geometrica, ma l'insieme non si può dire che manchi di originalità soprattutto nella prima parte (nella seconda, questa fiaba nera diventa un'altra cosa e perde mordente), sebbene la prospettiva manichea del racconto faccia perdere le possibili sfumature delle intermittenze del cuore, qui affidate ai capricci del caso.
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