Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
L'autore dello scombussolante Kynodontas si ripresenta con il non meno inquietante The Lobster, distopia che prende le mosse da certa fantasociologia degli anni Settanta, del tipo La fuga di Logan, aggiornandone temi e (sì, ancora loro!) messaggi.
Il mondo, o forse la città, o forse la zona si divide in due fazioni, di ideologia opposta, ma l'una non meno fanatica dell'altra. Le persone normali non possono che essere espulse da entrambi i consessi, relegando la speranza ad un gesto di ribellione, che forse può essere messo in atto solo da un soggetto normale ma a sua volta "distopico", in quanto non ha scelto di trasformarsi in uno degli animali più comuni (il cane, il gatto, l'asinello ecc.). E qui mi chiedo perché non adottare il titolo tradotto L'aragosta.
Film inquietante come pochi altri dei nostri anni, The Lobster non è un capolavoro, ma è un'opera che depura un cinema come quello di Shyamalan dai suoi orpelli religiosi e new age per porsi sul piano della critica laicamente sociale. E Lanthimos regista, che prosegue il suo discorso di Kynodontas, riesce nel miracolo di rendere finalmente Colin Farrell un attore dignitoso.
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