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The Lobster

Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su The Lobster

di steno79
8 stelle

Yorgos Lanthimos si conferma un regista da seguire anche con "The lobster", realizzato in Inghilterra dove si è trasferito da alcuni anni. La continuità con i film precedenti è evidente: anche qui il regista greco ci propone una satira di tipo distopico su una società dove l'essere single diviene una colpa inammissibile che può causare la trasformazione in animale selvaggio, e in certe scene si respira la stessa atmosfera surreale ed angosciosa di "Kynodontas", di cui si riprende l'idea del condizionamento alienante, anche se lì la prospettiva era limitata a una singola famiglia, mentre qui è stata allargata ad un'intera struttura sociale. Sicuramente non è un film per tutti i gusti, con bizzarrie grottesche che ricordano il teatro dell'assurdo, ma il discorso viene condotto in maniera coerente e rigorosa. La prima parte nell'hotel è quella più compatta a livello di narrazione e figurativamente più ammaliante, mentre in seguito, col passaggio tra i rivoltosi delle foreste, il film sembra perdere qualcosa nella presa sullo spettatore, con un cerebralismo a tratti indisponente e una minore efficacia nell'analisi delle dinamiche fra i personaggi. Riprende però decisamente quota nella parte finale e le ultime scene risultano strazianti senza calcare troppo la mano sugli effetti emotivi. A mio parere buona la prestazione di Colin Farrell che ha dovuto recitare di sottrazione ma ha saputo ugualmente caratterizzare il personaggio nella sua inconciliabilita' con un mondo di cui non comprende le logiche; bene anche Rachel Weisz che però appare solo a metà film, con un ruolo restituito con apprezzabile intensità, mentre fra i caratteristi si distingue soprattutto Ben Whishaw nella parte dell'uomo zoppo. Opera straniante e impegnativa, "The lobster" può entrare di diritto nel novero dei film Orwelliani della storia del cinema.

Voto 8/10

Ben Whishaw, John C. Reilly, Colin Farrell

The Lobster (2015): Ben Whishaw, John C. Reilly, Colin Farrell

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    Stefano ce l'ho in lista di visione (pero' penso sia molto diverso dal precedente....peccato),...opera straniante e impegnantiva.....ti faro' sapere,,,,grazie del commento

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Ezio vedilo e poi mi fai sapere

  2. munnyedwards
    di munnyedwards

    E' in lista anche da me ma prima voglio recuperare Kynodontas, la musica è sempre la stessa, tanti film da vedere e poco tempo :)
    Bel commento...Ciao!

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Max... si magari vedi prima Kynodontas, è un film che ha colpito molto anche me, ma secondo me The lobster non è inferiore

  3. maurizio73
    di maurizio73

    Non vorrei apparire un bastian contrario per partito preso, ma il discorso di Lathimos si sta facendo maniera, rischiando di calcare sul tasto dello straniamento surreale per una volenterosa aspirazione a tematiche universali (il potere delle convenzioni sociali, il libero arbitrio, il rapporto tra natura e cultura, etc.) ed ad una visione nichilista delle società umane e delle loro sovrastrutture culturali. Anche se non sposa con convinzione questo assunto, una critica imparziale dovrebbe sempre tenerne conto per non dare un giudizio troppo squilibrato. Ciao!

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Maurizio io finora del regista ho visto The lobster e Kynodontas, quindi mi mancano altri due film... in The lobster ho trovato segni di manierismo soprattutto nella seconda parte e ho indicato questo nella recensione quando parlavo di cerebralismo indisponente...i personaggi sembrano diventare funzioni di una concezione troppo programmatica e cerebrale, anche se poi il doloroso finale mi ha molto colpito... ero un po' indeciso sulla valutazione ma direi un 7,5 pieno che poi ho rialzato ad 8. Non ho ben capito di cosa dovrebbe tenere conto una critica imparziale per non dare un giudizio troppo squilibrato? Per me la visione nichilista della società e delle sue sovrastrutture nella prima parte coglie spesso nel segno. Grazie per il tuo contributo

    2. maurizio73
      di maurizio73

      Il secondo periodo si riferisce al complemento oggetto del primo, ovvero all'insistito manierismo (certo bisogna aver seguito la sua filmografia). In ogni caso secondo me hai colto nel segno: se non c'è cuore ed emozione le buone intenzioni contano poco. Ciao!

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